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Israele. Moschea incendiata da sionisti integralisti

Un clima di forte tensione si è creato nella popolazione araba della Galilea in seguito all’ incendio doloso, avvenuto all’alba di oggi, nella moschea del villaggio di Tuba-Zangaria, a nord del lago di Tiberiade. Fonti locali riferiscono che gli abitanti hanno notato che l’edificio della moschea era avviluppato da alte fiamme. Quando sono accorsi sul posto hanno notato che la moschea aveva subito ingenti danni materiali. Sulle pareti erano stati tracciati slogan nazionalistici ebraici fra cui: ‘Il prezzo da pagarè e ‘Palmer’. Con queste parole si è voluto indicare che l’incendio della moschea rappresenta – nelle intenzioni dei suoi autori – una ritorsione per la morte del rabbino Asher Palmer: un colono morto dieci giorni fa con il figlio piccolo nel ribaltamento della loro automobile a Hebron (Cisgiordania) dopo che – secondo la polizia – il parabrezza era stato sfondato da una pietra scagliata da un automezzo palestinese. Tutti gli edifici pubblici di Tuba-Zangaria sono stati chiusi in segno di protesta. Gruppi di giovani hanno anche bloccato alcune strade con pneumatici in fiamme. Messaggi di esecrazione sono subito giunti dal Movimento islamico in Israele secondo cui l’attacco alla moschea «rientra nel contesto di un crescente razzismo anti-arabo nella popolazione ebraica».

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