In Spagna il governo di destra di Mariano Rajoy non ha alcuna intenzione di intervenire sul mausoleo del dittatore Francisco Franco, nel Valle de los Caidos di Escorial, a nord della capitale, luogo di pellegrinaggio e di manifestazioni ogni anno delle organizzazioni neofasciste e dei nostalgici.
A 36 anni dalla morte del dittatore di vecchiaia, nel suo letto nel 1975, i resti del Caudillo riposano sempre nella faraonica basilica del Valle de Los Caidos, scavata nella roccia da migliaia di detenuti politici durante la dittatura. Nelle pareti del mausoleo si trovano le spoglie di 30 mila vittime della Guerra Civile del 1936-39 e del franchismo, spesso trasferite nella Valle de Los Caidos senza l’autorizzazione delle famiglie durante gli ultimi anni del regime.
Una commissione nominata dal precedente premier Josè Luis Zapatero ha consigliato alla fine del 2011 il trasferimento dei resti del dittatore in un cimitero normale, purchè con il consenso della famiglia Franco. Ma la figlia del Caudillo si è sempre opposta. Il precedente governo socialista ha lasciato ogni decisione al nuovo esecutivo di Rajoy. La vicepremier Santamaria, scrive El Mundo, ha detto al Senato di ritenere poco probabile che la tomba di Franco venga trasferita durante l’attuale legislatura, in assenza del «necessario consenso politico e sociale», per «non riaprire vecchie ferite». La sinistra spagnola e le famiglie delle vittime della dittatura chiedono da tempo lo spostamento dei resti del Generalissimo e la trasformazione del Valle de Los Caidos in un ‘memoriale’ dedicato alle vittime del franchismo e della Guerra Civile.
In un’interpellanza al governo il senatore basco Joseba Zubia ha chiesto che Rajoy prenda una decisione sui resti di Franco, sottolineando che «non esiste un mausoleo di Hitler a Berlino o uno di Mussolini a Roma».
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