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Gli attivisti di Ultima Generazione nel mirino di magistratura e governo

La Procura di Padova ha indagato per associazione per delinquere i membri locali di Ultima Generazione, il movimento ecologista radicale responsabile di azioni clamorose, volantinaggi e blitz ambientalisti sui monumenti della città.

Ad agosto dello scorso anno c’era stato il blitz più eclatante, con l’incatenamento di quattro attivisti all’interno della Cappella degli Scrovegni dove si custodisce il ciclo degli affreschi di Giotto.

A Padova gli attivisti di UG sono nel mirino della Digos già dal 2020, quando contro di loro è stato aperto un fascicolo a seguito della prima perquisizione a casa di uno dei leader locali del gruppo.

Un’indagine, secondo l’Ansa, che lo scorso settembre – in piena campagna elettorale per le elezioni politiche – avrebbe permesso di impedire l’imbrattamento con vernice spray della sede regionale della Lega (non certo un’opera d’arte, ndr) attraverso il pedinamento e poi il fermo di alcuni attivisti prima di poter passare all’azione.

La Digos avrebbe individuato gli attivisti monitorando riunioni periodiche tenute in un parco pubblico di Padova. Non c’è chi non veda quanto “lavoro” sia stato messo in piedi per impedire un gesto dimostrativo che di sicuro non avrebbe rappresentato alcun “pericolo pubblico”…

La rete di attivisti ecologisti da diverso tempo ha intrapreso azioni di disobbedienza civile non violenta per attirare l’attenzione mediatica, politica e pubblica sulle gravi conseguenze del riscaldamento globale.

Le azioni più clamorose sono state l’imbrattamento al Senato, i vari blocchi stradale sul GRA (il Grande Raccordo Anulare di Roma), l’incollamento all’Acquario di Genova, una zuppa lanciata su un quadro di Van Gogh, l’incollamento alla “Primavera” di Botticelli a Firenze e l’imbrattamento del Palazzo della Signoria a Firenze.

Ma fino a quando non hanno preso di mira “il Palazzo” – quello del Senato, in specifico – le loro iniziative sono state tollerate e confinate tra le tante proteste che non preoccupano affatto i governi.

Il Consiglio dei ministri ha così solo ora discusso un disegno di legge per punire quelli che definisce “eco-vandali”. La bozza del documento prevede l’introduzione di una maxi sanzione che va da 20mila a 60mila euro, ma soprattutto una condanna al carcere fino a 7 anni. L'”imbrattamento” viene insomma equiparato ad una rapina, in pratica…

Che vi piacciano o no le nostre azioni, c’è da indignarsi. Sono provvedimenti fuori da ogni schema, non hanno alcun senso se non quello di intimidire. Ma noi timidi non possiamo più esserlo” scrivono gli attivisti di Ultima Generazione.

Del resto se la partita riguarda l’estinzione della specie umana, le altre considerazioni passano necessariamente in seconda fila…

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