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Spagna: anche classe media bussa alle porte della Caritas

In Spagna anche la classe media comincia a bussare alle porte della Caritas: è l’ultima conseguenza della crisi economica in un Paese dove la disoccupazione è ora al 22,85%, al 49% fra i giovani e dove, secondo Eurostat, il 25,5% della popolazione è a rischio povertà ed esclusione. La stampa spagnola rileva che, come avviene in Portogallo già da oltre due anni, continua a crescere il numero di persone che fanno ricorso all’assistenza della Caritas e delle altre organizzazioni umanitarie per sopravvivere. Caritas Madrid, riferisce El Mundo, ha registrato un aumento del 40% delle richieste di aiuto nell’ultimo anno. Molte provengono ora da «gente normale», abituata fino a ieri ad avere un lavoro, una casa, una sicurezza economica. «La fame punta la classe media» titola il quotidiano: Caritas Madrid è ora «al limite delle sue capacità». Solo nella capitale l’organizzazione cattolica ha aiutato 115 mila persone nel 2011. Per El Mundo, «solo la solidarietà familiare sta salvando la Spagna dall’esplosione sociale. E la Caritas è il termometro esatto di come stanno le cose». «Abbiamo raddoppiato i turni nelle nostre mense», spiega Javier Hernando di Caritas, «ma anche così non ce la facciamo. È una situazione complicata». Fra il 2005 e il 2007 Caritas Madrid ha assistito 182 mila persone, dall’inizio della crisi, fra il 2008 e il 2010, 322 mila. «Il 75% viene (alle mense) perchè è disoccupato, il 58% ha problemi per nutrirsi, un 41% non può pagare l’affitto, il 40% non ce la fa con la bolletta della luce» precisa Hernando. L’esercito di 5,3 milioni di disoccupati è il dato più drammatico della pesante situazione economica che il nuovo governo del premier Mariano Rajoy ha ereditato dal precedente esecutivo di Josè Luis Zapatero. Un milione di famiglie non ha più alcuna risorsa. Alle mense di Caritas arriva «ogni giorno più gente del ceto medio, autonomi, persone che pagavano il mutuo per la casa. Gente normale, con vite normali fino a ieri, che ora sono per strada, o senza alcun reddito, senza assegno di disoccupazione…gente normale», dice Hernando. «Ora viene gente che stava bene, che ha vissuto bene. Abbiamo un ingegnere, perfino un torero, che i suoi soldi deve pure averli fatti», conferma Tomas, 43 anni, disoccupato, da un anno iscritto alla mensa dell’Ordine di Malta a Virgen del Olivo. «Sono sempre di più gli spagnoli. I primi colpiti dalla crisi – precisa Hernando – sono stati gli immigrati. Ora tocca agli spagnoli, e sempre di più a livelli di vita fino ad oggi normalizzati». Secondo Eurostat, 11,6 milioni di spagnoli, il 25,5% della popolazione, sono a rischio povertà e di esclusione sociale. E fra i ragazzi sotto i 17 anni il tasso di rischio-povertà è del 28,7%: quasi un giovane su tre.
Fonte: Ansa

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