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Correa condanna la detenzione dei Cinque patrioti cubani negli Usa

Il presidente ecuadoriano, Rafael Correa, ha criticato nella 42ª Assemblea Generale  della Organizzazione degli Stati Americani (OEA) la reclusione che soffrono cinque cubani nelle prigioni degli Stati Uniti.

Correa ha denunciato la doppiezza che esiste nel continente al momento di stabilire la giustizia e ha citato come esempio le sanzioni inique a cui sono stati condannati i cubani Gerardo Hernandez, Fernando González, Ramon Labañino, Antonio Guerrero e René González, per aver difeso il proprio paese dai tentacoli del terrorismo.

Il presidente ha citato i nomi di ciascuno e si è riferito al silenzio che hanno mantenuto i media al servizio della destra sulla loro situazione, nonostante la mobilitazione internazionale per la loro libertà.

In un processo-farsa nella città di Miami nel 2001, coloro che sono conosciuti a livello internazionale come i Cinque Eroi sono stati condannati a lunghe pene detentive, che includevano l’ergastolo.

Allo stesso tempo, Correa ha criticato l’ingiusto blocco economico, finanziario e commerciale che da più di 50 anni gli Stati Uniti mantengono su Cuba e ha deplorato la posizione dei grandi mezzi di stampa che tacciono su quello che fanno i nostri paesi.

Il Presidente ha richiamato a cercare la vera libertà di stampa che deve essere il diritto dei cittadini di essere informati  attraverso i mezzi di comunicazione e non il diritto dei padroni della stampa.

Ha esortato affinché non si ripetano fatti come quelli accaduti durante il colpo di Stato contro il presidente venezuelano Hugo Chávez, nel  2002.

Allora, ha detto Correa, reti televisive della destra locali si dedicarono a passare cartoni animati mentre il presidente Chávez ritornava al Palazzo di Governo, con il sostegno del paese e della comunità internazionale.

Per il governante ecuadoriano in questi momenti, i nostri governi non perseguono giornalisti né giornali, invece esistono empori mediatici che perseguono i governi, e ha chiarito che i media del suo paese sono proprietà di una mezza dozzina di famiglie.

Correa, che ha lasciato poco dopo l’assemblea, ha ricevuto una grande ovazione alla fine del suo discorso, che ha toccato temi importanti della realtà dell’emisfero e le trasformazioni che sono necessarie per riuscire a realizzare l’uguaglianza tra i popoli e paesi. (PL)

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