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Turchia: solo professionisti contro il Pkk

Davanti alla sanguinosa impennata del conflitto del Kurdistan turco negli ultimi mesi, con circa 700 morti da febbraio fra soldati e guerriglieri, i vertici delle forze armate di Ankara hanno deciso nei giorni scorsi di non usare più giovani in servizio di leva ma solo militari professionisti nei combattimenti contro i militanti del Pkk, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan.

Le molte bare di ‘Mehmet’, come vengono soprannominati i giovani coscritti in Turchia, tornate dall’Anatolia sud-orientale dove da luglio é in atto una dura offensiva del Pkk contro le truppe inviate da Ankara verso la frontiera con la Siria,  hanno suscitato aspre critiche nel paese nei confronti dell’ esercito, rileva Zaman online, e riaperto il dibattito sull’ ipotesi di passare a un esercito solo di professionisti.

Il quotidiano Hurriyet riferisce che i vertici militari hanno deciso di non impegnare più in azioni di combattimento i ragazzi che fanno il servizio di leva ‘corto’ (22 settimane) o ‘lungo’ (15 mesi), ma solo professionisti. Questo dovrebbe ridurre le perdite in vite umane, secondo le previsioni dei comandi militari. Ma soprattutto dovrebbe evitare che l’emozione e le polemiche suscitate nell’opinione turca dalla morte dei giovani di leva possa indebolire le operazioni militari contro la guerriglia.

Il ministro della difesa Ismet Yilmaz ha detto a Hurriyet che le forze armate hanno già iniziato a non inviare più soldati inesperti nelle aree di conflitto nel quadro di questa nuova strategia.

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