Un valore complessivo di 552 milioni di dollari, con un balzo del 25% su quello in corso deciso lo scorso anno. Il bilancio militare filippino per il 2016 che il presidente presenterà lunedì al parlamento di Manila per l’approvazione è un record per le limitate risorse dell’arcipelago che solo nel 2013 aveva destinato alle spese militari un quinto di quanto previsto il prossimo anno.
Nessuno nell’amministrazione guidata da Benigno Aquino III cita apertamente la minaccia cinese come ragione dell’entità del nuovo budget, sottolineando, piuttosto, che il nuovo bilancio della difesa è parte di quello quinquennale approvato nel 2013 per un valore complessivo di 75 miliardi di pesos, oltre 1,5 miliardi di dollari. Una cifra consistente, che però quasi scompare davanti ai 142,9 miliardi di dollari destinati quest’anno alle sue forze armate dalla Repubblica popolare cinese che ha numerosi contenziosi aperti con i paesi dell’area, in molti casi spinti dagli Stati Uniti a confliggere con Pechino.
I segnali indicano che Manila intende contrastare passo per passo lo strapotere cinese, confidando, sul piano della dissuasione militare, anche sul sostegno dell’antico alleato Usa – a cui nei giorni scorsi è stato concesso nuovamente il permesso di operare in condizioni semi-permanenti nella grande base aereo-navale di Subic Bay – e del Giappone, che a sua volta ha più di un contenzioso aperto con Pechino.
Non va infine dimenticato che tensioni interne, con un guerriglia ormai marginale ma ancora attiva di frange islamiste nel Sud e quella comunista del Nuovo esercito del popolo altrove, impegnano già parte delle risorse militari del paese.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa