«La protesta non si è spinta troppo in là, il problema è che non ha avuto alcun ascolto». Lo ha detto il portavoce nazionale del Comitato No Debito e presidente del Comitato Centrale della Fiom, Giorgio Cremaschi, intervenendo ad una trasmissione curata su Canale 5 da Maurizio Belpietro. Cremaschi ha sottolineato che il movimento contro l’alta velocità «non è violento», che si possono discutere le forme di protesta, come le contestazioni al procuratore Caselli, ma tutto ciò, ha detto, «non ha nulla a che vedere con il terrorismo» e con gli eventi «degli anni ’70». «C’è una popolazione che non è d’accordo con ciò che si sta facendo» ha proseguito Cremaschi a parlando di «un enorme consenso ma un silenzio delle istituzioni». Riguardo la necessità di un consenso per un’opera di carattere nazionale, Cremaschi ha ribadito che «non c’è stata alcuna discussione». «Pochi giorni fa -ha detto ancora Cremaschi- il Governo ha rinunciato alle Olimpiadi perchè ha detto che non ce lo possiamo permettere, sulla Tav una valutazione non c’è mai stata. Tutti i Governi si sono comportati allo stesso modo. Quest’opera costa circa 20 mld e, negli ultimi anni, tutti dicono che ogni giorno passa un treno in meno». «La Francia è andata avanti su quest’opera come sul nucleare, noi abbiamo fatto scelte diverse» ha proseguito Cremaschi che si è detto convinto che «sarebbe stata una scelta di buon senso una vera discussione, mettendo intorno ad un tavolo tutti i sindaci» ma che una «vera discussione non c’è mai stata». Dopo l’incidente Cremaschi ritiene che «le manifestazioni continueranno non perchè il movimento sia in mano ai violenti ma perchè ha suscitato un consenso molto più diffuso di quello che si possa pensare. Parla infatti di un’altra questione, parla di democrazia. In nome di decisioni tecniche e insindacabili, noi mettiamo in discussione le nostre vite». Sulle contestazioni e sull’attaco a Caselli, Cremaschi ha concluso: «Non le condivido, ma bloccare le autostrade fa parte delle iniziative di lotta, si può discutere di queste forme di lotta ma non è terrorismo. Non ha niente da vedere con gli anni ’70. Qualche testa matta c’è in tutto il mondo. Ma il movimento No Tav non è violento».
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