Le associazioni A.Ma. Associazione Mamme Colleferro, Rete per la Tutela della Valle del Sacco (Retuvasa) e Minerva Pelti Onlus esprimono piena soddisfazione per la buona riuscita della Conferenza “Inquinamento e salute dei bambini, cosa c’è da dire, cosa c’è da fare”, tenutasi la scorsa settimana presso il Comune di Colleferro. Folta la partecipazione di rappresentanti di varie associazioni, medici, genitori, insegnanti, rappresentanti della politica locale e nazionale.L’idea della Conferenza nasce dall’incontro di realtà associative impegnate in zone di pertinenza diversa, ma unite da medesimi obiettivi, quelli improrogabili della difesa di ambiente e salute.
La diffusione delle informazioni sulla stato della salute dei cittadini, l’importanza della prevenzione primaria, la necessità di approfondimenti del rischio sanitario attraverso studi epidemiologici, la sollecitazione per l’elaborazione di un percorso di una cittadinanza attiva che pretenda sistemi di osservazione permanente sulla Valle del Sacco, il ruolo della bonifica e la riduzione dell’esposizione ai fattori di rischio: tutti questi elementi sono stati al centro degli interventi dei relatori.
La Dott.ssa Laura Reali, Referente Associazione Culturale Pediatri, con una lunga dissertazione tecnica sugli INTERFERENTI ENDOCRINI ED I PESTICIDI e sulla modificazione del panorama delle malattie infantili (dalla obesità al diabete di tipo 1, all’autismo, l’asma, il DHD, fino ad arrivare alle patologie oncologiche) ha illustrato quanto possa essere pericoloso e dannoso per l’essere umano vivere in luoghi con criticità di carattere ambientale.
Ma cosa sono gli interferenti endocrini?
In estrema sintesi, sono un ampio gruppo di sostanze, tra le quali figurano contaminanti ambientali persistenti, composti utilizzati in prodotti industriali e di consumo di uso comune nonché composti naturali. PCB, diossine, alcuni tipi di pesticidi, tra cui l’esacloroesano, gli ftalati. Tutte sostanze che, a livello endocrino, possono interagire con il sistema ormonale anche nella crescita e sviluppo del feto provocando danni come patologie riproduttive, disturbi comportamentali dell’infanzia e forse anche diabete e alcuni tipi di cancro.
La Dott.ssa Reali ha, infine, illustrato come poter evitare, per quanto possibile nel vivere quotidiano, il contatto con queste sostanze, concludendo il suo intervento sottolineando la necessità del controllo sul latte materno come indicatore biologico del livello d’inquinamento.
Infine sono giunte opportune sollecitazioni alle istituzioni, in particolar modo sulla necessità che anche il nostro paese ratifichi la CONVENZIONE DI STOCCOLMA (l’Italia è uno dei pochi a non averlo ancora fatto), che permetterebbe di inserire tra gli inquinanti organici persistenti (POPs) anche i PCB e diossine oltre all’esaclorocicloesano, contaminante nella Valle del Sacco.
La Dott.ssa Palazzi ed il Dott. Satta, entrambi pediatri di base presso la ASL RMG, che ringraziamo per il prezioso supporto che hanno prestato all’iniziativa, sono intervenuti per sottolineare l’importanza dello stile di vita e la necessità di una crescita di consapevolezza nella popolazione, della necessità di pensare al RISCHIO IN VIA PREVENTIVA.
All’Associazione Minerva Pelti spettano i nostri ringraziamenti per aver richiesto e acquisito gli atti riguardanti loSTUDIO SUI TUMORI INFANTILI NELLA VALLE DEL SACCO, valutazione epidemiologica svolta dalla Regione Lazio – Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione e conclusa il 13 marzo 2012, mai resa pubblica e menzionata solamente nelle relazioni di bonifica della Valle del Sacco.
Andiamo ad analizzare i dati riportato nello studio.
Per quanto riguarda sia l’area 1 che include i Comuni di Colleferro, Segni, Gavignano che l’area 2 che include i Comuni di Paliano, Anagni, Sgurgola, Morolo, Supino, Ferentino, lo studio precisa che per la mortalità nella fascia d’età 0-19 anni, i dati sono simili a quelli della popolazione della Regione Lazio.
Nell’area 1 non ci sono aumenti di tumori maligni, ma risulta un evidente aumento di ricoveri per tutte le cause, che si attesta per la fascia di età 0-14 anni, sia per i maschi che per le femmine, intorno ad un 40% in più rispetto alla media regionale (SHR=1.41 per i maschi, SHR=1.40 per le femmine).
Per l’area 2, sempre 0-14 anni, la percentuale di ospedalizzazione in più rispetto alla media regionale è del 18% per i maschi (SHR=1.18), del 26% per le femmine (SHR=1.26).
Il dato che lo studio indica come meritorio di approfondimento è la situazione nell’area 2, in particolar modo viene citato Anagni, per i maschi di 0-14 anni con un 281% in più per il tumore all’encefalo (SHR=3.81) e del 174% in più per i tumori maligni del tessuto linfatico ed ematopoietico (SHR=2.74).
Da precisare che per quanto riguarda i tumori infantili le percentuali si basano su un numero di casi limitati.
Lo studio conclude con:
“Il cluster di casi di sesso maschile riscontrato ad Anagni, anche se di entità limitata e potenzialmente dovuto a variazioni casuali, merita ulteriori approfondimenti.”
In realtà questi dati, già piuttosto preoccupanti potrebbero esserlo ancora di più se, per l’analisi specifica, fossero stati presi come riferimenti di confronto gli Studi AIRTUM sui Tumori Infantili e degli Adolescenti del 2008 e l’ultimo pubblicato nel 2012 e riferito proprio al periodo 2003-2008, sovrapponibile a quello dello studio in esame. In questo caso sembrerebbe che, il condizionale è d’obbligo, i tumori infantili nelle aree in esame siano quasi il doppio di quelli riscontrati nel Centro Italia, differentemente quindi dalla comparazione regionale. Andando ad analizzare poi le singole tipologie delle diverse forme che hanno colpito i bambini del nostro territorio, si avrebbe addirittura oltre il doppio dei tumori del tessuto linfatico ed ematopoietico, quasi il quadruplo per i tumori dell’encefalo, arrivando sino a quasi cinque volte per i tumori renali della sola Area 2.
Dati, questi, che necessitano di una immediata verifica ed un ulteriore approfondimento da parte delle istituzioni specialistiche preposte.
La Conferenza si è brillantemente conclusa con un contributo importante dell’Associazione Mamme per la salute e l’ambiente Onlus di Venafro, altro luogo vessato da presenza massiccia di impiantistica industriale; Salvatore Altiero del CSOA La Strada a nome anche dei rappresentanti dell’Associazione ASUD, ha illustrato la campagna #STOPBIOCIDIO partita dalla Campania e in viaggio per il coinvolgimento di altre regioni italiane tra cui il Lazio; la Parlamentare Federica Daga (M5S) ha riportato quanto il suo gruppo sta portando avanti in sede istituzionale per la salvaguardia dei territori; Marco Campagna della segreteria della Consigliera Regionale Daniela Bianchi ha ricordato che sulla Valle del Sacco è stato aperto un Tavolo Tecnico di verifica e proposte al quale daranno il loro contributo anche le Associazioni e Comitati.
Concludiamo dicendo che la Conferenza è riuscita nel suo intento di arricchire il bagaglio di conoscenza sul rischio sanitario sia dei bambini che degli adulti e che tali iniziative dovrebbero essere proposte dalle Amministrazioni, non solamente da gruppi autogestiti di cittadini.
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