Da mesi in città si sente parlare di loro. Si sono costituiti lo scorso settembre in Comitato, hanno studiato decine di documenti, intervistato i responsabili, denunciato gli spechi di denaro pubblico, presentato prove e controprove. Abbiamo parlato di loro in molte occasioni (https://www.contropiano.org/it/news-politica/item/2926-bologna-ladrotta?, https://www.contropiano.org/it/sindacato/item/3692-bologna-il-popolo-non-vuole-il-%E2%80%9Cpeople-mover%E2%80%9D, https://www.contropiano.org/it/sindacato/item/5365-bologna-sci%C3%B2-al-motor-show,…). Il Comitato No People Mover che martedì sera alla sala del Baraccano, nel centro storico di Bologna, ha messo nero si bianco ancora una volta la sua posizione: NO al People Mover, NO agli sprechi di denaro pubblico, NO alla speculazione pagata con i soldi dei cittadini per il piacere di privati compiacenti, magari anche segnalati nei rapporti Mafia_ Emilia Romagna.
San Valentino ha regalato alla città di Bologna niente meno che l’approvazione definitiva del progetto People Mover, ovviamente ancora monco del suo piano finanziario, ossia della cifra definitiva del suo costo. Un’approvazione “al buio” quindi, che fa sentire la puzza di interessi privati anche al più ingenuo dei lettori. E a questo punto i No People Mover si fanno figli del popolo No Tav. Coscienti come i piemontesi nei primi anni 90 nell’intraprendere una lotta di lunga durata, i bolognesi hanno annunciato di essere pronti a bloccare i cantieri di questa ennesima opera inutile nel Bel Paese, la piccola grande opera partorita per la speculazione bolognese, anche se non l’unica in Emilia Romagna, che costerà non meno di 110 milioni di euro (per ora).
In questi anni ci hanno provato in tutti i modi: volantinaggi, assemblee pubbliche, interrogazioni consigliari, manifestazioni, iniziative di ogni titolo e genere,… L’ultima, la raccolta di 2800 firme in città per richiedere l’istruttoria sul People Mover, miseramente bocciata in nome di una democrazia che sempre piu spesso fa cilecca non solo da queste parti. Il 25 febbraio il Comune ha organizzato una giornata “di confronto” sul tema: “Noi ci saremo” dichiara Vanni Pancaldi all’assemblea, “anche se non si capisce a cosa serva un confronto ora, quando il progetto è già stato approvato e quando non c’è la minima intenzione da parte del Comune di confrontarsi e rendere partecipativo e democratico il processo decisionale sul People Mover”.
In solidarietà al Comitato sono intervenute molte realtà politiche e sociali attive da Bologna a tutta la Regione, fino ad un esponente del Movimento No Tav. I lavoratori di ATC si sono espressi vicini al comitato e alla lotta, vista anche la complicità dell’Azienda del Trasporto Pubblico Locale nello sporco affare “People Mover” (ATC infatti partecipa in società con FS alla gestione). G. Cremonini (USB) ha ricordato la lotta contro il CIVIS che i lavoratori hanno portato avanti con forza dal 2003, e le recenti contestazioni legate alle manovre di taglio al servizio e al personale di ATC contro l’aumento del costo del servizio stesso; a fronte di questi tagli diviene infatti palese la volontà di ATC di essere interna a questa operazione speculativa sulle spalle dei lavoratori e degli “utenti” del TPL. Il comitato NO Autostrada Cispadana, neonato nel Ferrarese, cugino del Comitato People Mover, e fratello di quello contro il Passante Nord, ha difeso la lotta contro la devastazione del territorio in nome di un tram che passerà la dove esisterebbero, o erano state previste le stazioni alternative per servire la mobilità di Bologna e della sua periferia, sottolineando la necessità per la cittadinanza di occuparsi di queste faccende, in difesa del territorio e della salute delle future generazioni.
Dunque una questione di democrazia, assente in questa storia fin dall’inizio
Dunque una questione di sprechi di denaro pubblico in una situazione di crisi economica che sta mordendo pesantemente le tasche dei lavoratori di questo Paese (e non solo). Come ha ricordato V. Pancaldi (Comitato No People Mover) “In un momento in cui anche Mario Monti ha avuto “il pudore” di dire No alle olimpiadi a Roma e al ponte di Messina, a Bologna si decide di spendere 110 milioni di euro per un opera che già prima di nascere prevede il proprio ampliamento e quindi un ulteriore spesa di costruzione”.
Dunque una questione di utilità concreta di un servizio che non servirà ai cittadini bolognesi per la propria mobilità ma sono ali turisti per arrivare in modo rapido dall’aeroporto in P.zza Maggiore.
Dunque è una questione di spazi, utilizzati per costruire una ferrovia per il Sevizio Ferroviario Metropolitano (SFM), un progetto mai completato che ora lascia in giro per la città binari morti e in evidente stato di degrado, e che ora sembra voler essere dimenticato per costruire al suo fianco un percorso parallelo che permetta altro consumo di suolo e di denaro.
Il People Mover è un opera che serve solo alla speculazione e agli interessi di CCC e poche altre famiglie bolognesi. Opporsi a quest’opera non solo è giusto, ma è una questione di democrazia e di autodifesa. Citando l’assessore Lepore, che con sfottò aveva parlato dell’esistenza del Comitato People Mover come “la bellezza della democrazia anche nella nostra città”: sarà proprio in nome di questa democrazia, caro assessore, che i No People Mover impediranno la realizzazione di quest’opera.
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