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La città nelle nuvole

Se siete appassionati di astronomia e vi interessa tutto ciò che concerne il progresso aerospaziale, se avete sempre seguito con occhio lesto le disavventure del rover Spirit e vi siete emozionati nel veder atterrare il rover Curiosity o magari siete dei fan incalliti della prima sonda spaziale Sputnik, insomma se siete tutto questo e desiderate andare oltre con l’immaginazione fino alla possibile colonizzazione del pianeta Venere, “Le città nelle nuvole” di Geoffrey A. Landis fa al caso vostro. E’ opinione di molti che le risorse umane e teorico-scientifiche per creare tecnologie astronomiche ambiziose ci siano, mancano però le risorse energetiche e le volontà politiche per metterle in atto. E’ risaputo che la fine della Guerra Fredda ha causato un clamoroso crollo delle spese nella ricerca aerospaziale. Ciò non può impedire, tuttavia, a scienziati della NASA come Geoffrey A. Landis di riportare su carta qualche teoria ben congegnata, seppur impraticabile almeno fino al secolo prossimo. La colonizzazione di un pianeta richiederebbe risorse energetiche ed economiche inimmaginabili. Forse la soluzione sarebbe la messa in pratica della fusione nucleare, vale a dire la riproduzione dell’energia solare sulla Terra, e pare che per questo secolo ancora non se ne parli, almeno stando al progetto più accreditato che vede la costruzione del reattore ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor), costruzione che sarà completata chissà quando. 

Se invece  appartenete a quel gruppo di lettori che cercano nei libri una trama emozionante e ben architettata, insomma se date molto peso alla parte narrativa  e non potete proprio farne a meno vi consiglio di lasciar perdere. La storia è a mio avviso una scusa per tracciare la meravigliosa panoramica di un futuro possibile e, cosa alquanto affascinante, per far sostare sul pianeta Venere noi che, a parte la remota possibilità di essere ibernati, non ci andremo mai. Il furbacchione della NASA ha dunque ambientato il romanzo su Venere perché ne conosce dettagliatamente l’atmosfera e tutto il resto. Le descrizioni sono talmente precise da arrivare a spiegare le differenti temperature esistenti alle varie altezze dal rovente suolo venusiano e il modo in cui esse sono sfruttate dalle numerose città galleggianti. Le città galleggianti di Venere sono delle vere megalopoli utopiche, con immense cupole all’interno delle quali le persone vivono felici tra fontane, giardini e cascate a non finire. La trama è semplice eppure logicamente solida e verosimile, l’autore pesa ogni parola e non si perde in chiacchiere. Landis lancia anche un allarme per il futuro: i primi che conquisteranno lo spazio potrebbero essere  degli ultra-miliardari che, grazie al loro monopolio sui viaggi interstellari, potrebbero instaurare una specie di aristocrazia galattica. Nella fantomatica storia qui presentata, infatti, la galassia abitata è nelle mani di un pugno di famiglie diventate, grazie al monopolio dei traffici commerciali interplanetari, più potenti degli Stati nonché le padrone assolute di centinaia e centinaia di pianeti. 

Senza soffermarsi sulle pecche della storia quali ad esempio la scarsa originalità della trama, vale la pena di leggerla per le immagini mozzafiato che il romanzo riesce a evocare. 

 

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