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Libia. Nuovi raid aerei. Muoiono i civili. Qualcosa si muove

Secondo fonti presenti sul posto, nuovi raid aerei alleati sono in corso in questi minuti nel sud della Libia, lo riferisce la tv satellitare al-Arabiya. Sarebbero stati colpiti in particolare obiettivi militari della città di Sabha. Si terranno intanto questo pomeriggio a Tripoli i funerali delle vittime dei raid compiuti ieri sera dalle potenze della Nato sul quartiere periferico di al-Tajura. Lo ha annunciato la tv di Stato libica secondo la quale «le celebrazioni funebri si terranno dopo la preghiera del pomeriggio nel cimitero dei Martiri, che si trova sul lungomare di Tripoli». Ieri sera l’agenzia di stampa libica Jana aveva parlato di molte vittime nei raid su al-Tajura. Oggi ufficiali libici hanno mostrato ai giornalisti, in un ospedale della città, 18 corpi carbonizzati definendoli militari e civili vittime di bombardamenti effettuati ieri notte dalle forze della Nato.

La Francia intanto prende le misure sull’escalation scatenata sabato dalla propria aviazione sulla Libia. I raid aerei della coalizione internazionale sulla Libia dureranno “giorni o settimane, ma non mesi” ha dichiarato il ministro degli Esteri francese Alain Juppè, parlando a Parigi con la stampa. Per Juppè l’operazione militare non dovrebbe durare troppo tempo. “Dobbiamo cominciare a pensare come organizzare la pace, creando le condizioni per un dialogo nazionale tra il Consiglio nazionale di transizione e le eventuali altre forze politiche”.

Gli europei si illudono di poter risolvere questa vicenda con le bombe. Diamo spazio ad una mediazione dell’Unione Africana. Ho fiducia nella saggezza africana per risolvere la crisi. ». È il nuovo appello lanciato da mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, vicario apostolico di Tripoli, secondo quanto riporta l’agenzia Fides. Sulla Libia continuano intanto i bombardamenti. «Con le bombe – è la testimonianza di Martinelli – non è che si dorma bene, ma tiriamo avanti. Quello che mi preoccupa è la situazione dei rifugiati africani, che continuano a bussare alle nostre porte, con la speranza che la Chiesa possa aiutarli ad andare in Europa. Ma questo non è il nostro compito. Cerchiamo invece di convincerli a recarsi in Tunisia dove potranno essere assistiti dalle organizzazioni internazionali. Qui a Tripoli possiamo ormai offrire assistenza solo ai casi più difficili», dice mons. Martinelli.

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 Aggiornamenti pomeridiani.

Il ministro della Difesa francese, Gerard Longuet, ha affermato oggi che la risoluzione 1973 dell’Onu ha una «base giuridica estremamente ampia» e consente «forme di intervento» con apertura del fuoco a terra, «senza dispiegamento sul terreno» delle forze terrestri. Spiegando successivamente la sua affermazione, Longuet ha precisato che si riferiva agli attacchi compiuti da aerei «sul territorio» e «su obiettivi a terra». Ma tutti hanno capito che in realtà si riferiva a “soldati i terra”, fatti sbarcare sul territorio libico. A quanto pare, in piena guerra, tutti adottano la “disinvoltura” berlusconiana in fatto di dichiarazioni.

Sono decollati anche oggi, come già nella mattina e nel pomeriggio di ieri, alcuni Eurofighter dalla base dell’Aeronautica di Trapani Birgi. Ne sono partiti sei, in due sequenze, poco prima delle 15.

Un presidio ad oltranza, sino alla riapertura dello scalo civile di Trapani-Birgi, è stato annunciato oggi da alcune decine di manifestanti, davanti all’ingresso dell’aeroporto, chiuso dai primi giorni dall’inizio delle operazioni in Libia. Lo scalo infatti è una base militare, con una parte riservata al traffico civile, ora sospeso. Dipendenti a tempo determinato ed interinali, in tutto oltre una cinquantina, si sono riuniti a partire dalle 15, davanti all’ingresso dell’aeroporto ed hanno montato un gazebo al centro di un’aiuola. Un cartello recita «presidio parlamentare, non state colpendo solo noi ma le sorti dell’intera provincia».

 

Un jet francese ha abbattuto un aereo militare libico che aveva violato la no-fly zone.

 

La maggioranza necessaria era di 297 voti. Il testo di Pdl-Lega-Ir è passato alla Camera con 300 voti, appena tre in più del minimo. I voti di scarto rispetto a quelli contrari sono stati però sette. Nell’ultima votazione di fiducia alla Camera il governo aveva incassato 319 voti. La risoluzione dell’opposizione ha riscosso un sostegno pressochè unanime dell’Assemblea passando con 547 voti: la maggioranza, infatti, la ha votata considerato che il testo di essa era ricompreso nel dispositivo del testo presentato da Pdl e Lega. E in effetti non si vede proprio in cosa le due mozioni differiscano: entrambe sono per l’intervento e i bombardamenti sulla zona “gheddafiana” della Libia; entrambe sono favorevoli a un comando centralizzato nella Nato; entrambe negano che quella in corso sia una guerra. Che per “fare opposizione”, oggi, sia sufficiente dire le stesse cose della controparte ma con un voto diverso?

 

La Reuters riferisce che le forze di Gheddafi hanno preso il porto e che migliaia di lavoratori stranieri sono ora bloccati nello scalo. Secondo una testimonianza, I raid aerei occidentali hanno colpito ieri sera i carri armati del governo libico alla periferia di Misurata (in mano agli insorti), ma quelli all’interno della città sono rimasti intatti.

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