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Bilbao: rivolta contro la polizia a difesa di un centro sociale

Vere e proprie scene di guerra, ieri, nella città basca governata con il bastone da una ristretta elìte al servizio dei palazzinari e delle banche che non vogliono che i loro progetti speculativi possano essere intralciati.
Ieri mattina centinaia di agenti della Polizia Autonoma Basca in assetto antisommossa hanno cominciato ad occupare militarmente un intero quartiere di Bilbao. Obiettivo: demolire un centro sociale attivo nel popolare quartiere di Errekalde da ormai 13 anni, dopo che il Kukutza – così si chiamava il ‘gaztetxe’ (“casa dei giovani”) – era stato già sgomberato manu militari pochissimi giorni fa.
Se fosse stato per il sindaco di Bilbao Inaki Azkuna (un liberista di ferro ras locale del PNV – Partito Nazionalista Basco) la demolizione avrebbe seguito a ruota lo sgombero, che gli occupanti avevano cercato di impedire e che mercoledì era costato ore di scontri e 25 fermati e denunciati. Ma poi gli abitanti del quartiere, riuniti nell’associazione Errekaldeberriz, con il sostegno di decine tra partiti politici della sinistra indipendentista, sindacati, associazioni, artisti e intellettuali, avevano fatto ricorso alla magistratura. Che, momentaneamente, aveva sospeso l’ordine di demolizione impartito dalla amministrazione comunale ma, dopo pochi giorni, ha naturalmente dato ragione al sindaco sceriffo che invocava la ‘difesa e il rispetto della proprietà privata’. Nel frattempo decine di vigilantes e poliziotti sono stati schierati 24 ore su 24 attorno all’edificio di 4 piani per impedire che fosse rioccupato.
Ieri l’ennesima azione di forza, appena arrivata l’autorizzazione del Tribunale: nel pomeriggio nel quartiere di Errekalde è arrivata un’enorme scavatrice, scortata e protetta da centinaia di Ertzainak (Polizia Autonoma agli ordini del socialista Patxi Lopez, governatore della regione) e di Vigili Urbani. Che hanno subito cominciato a manganellare tutti coloro che gli si paravano di fronte, comprese alcune anziane ma combattive signore del quartiere.
Occupato e militarizzato il quartiere, alle 18 in punto la scavatrice – guidata da operai incappucciati – è stata lanciata contro le mura di un palazzo che una associazione di architetti e urbanisti che si occupa della protezione del patrimonio industriale aveva dichiarato di ‘interesse storico’. A centinaia – occupanti, militanti delle organizzazioni di sinistra, semplici cittadini del quartiere – si sono lanciati nelle strade fin dalle prime ore dell’alba per tentare di impedire fisicamente la demolizione. Ma gli ordini dei poliziotti erano chiari. E così per tutto il pomeriggio e la sera di ieri nelle vie di tutto il quartiere i cittadini sono diventati improvvisamente nemici da picchiare, da gettare a terra, da fermare e portare in commissariato: alla fine si contano 31 arrestati.
I feriti nelle continue e violentissime cariche non si contano, anche perché molti di loro hanno evitato di recarsi in ospedale per non farsi individuare e denunciare dagli scagnozzi di Azkuna sguinzagliati nei nosocomi della città. Alle manganellate i celerini hanno aggiunto un nutrito lancio di pallottole di gomma e di lacrimogeni, sparati non solo nelle strade ad altezza d’uomo ma anche all’interno dei negozi e dei bar del quartiere.
Mentre le mura del Kukutza andavano giù sotto i colpi della gru, centinaia di persone si sono radunate sotto la sede del Comune di Bilbao, proprio mentre da Irola Irratia, una radio comunitaria che stava fornendo fin dall’alba una cronaca in diretta degli eventi, arrivava la notizia che un gruppo di poliziotti era penetrata all’interno dei suoi studi ed aveva, senza troppi complimenti, sabotato le apparecchiature impedendo così che le sue trasmissioni potessero continuare. Ma le cariche e le intimidazioni non hanno convinto i manifestanti a desistere, anzi. Le strade del quartiere che ospitava il Kukutza e anche di quelli limitrofi si sono riempiti, col calar della sera, di migliaia di persone richiamate da un tam tam partito nel pomeriggio.
Man mano che aumentava la mobilitazione dei cittadini si è fatta più dura la repressione, anche con l’arrivo di alcuni reparti di Polizia Nazionale Spagnola a dar man forte all’Ertzaintza. Posti di blocco sono stati istituiti ieri nella prima serata per impedire che in città arrivassero manifestanti da altre località. Allo stesso tempo la Polizia ha iniziato a fare irruzione nei bar, nei negozi e addirittura in un supermercato, manganellando gli occupanti e sequestrando telecamere e telefoni cellulari, evidentemente per impedire che le immagini della violentissima repressione potessero essere diffuse in rete e sui media. Nel frattempo un gruppo di Ertzaina faceva irruzione in un ambulatorio del quartiere sequestrando cartelle cliniche – che evidentemente riportavano la gravità delle lesioni inferte dai ‘tutori dell’ordine’ su alcuni manifestanti.
Dopo le 20 la protesta si è spostata nella parte centrale di Bilbao, militarizzata da decine di furgoni e volanti della Polizia Autonoma. A centinaia hanno eretto barricate nelle strade del centro per rallentare gli Ertzaina che continuavano con le cariche, il lancio di lacrimogeni e di ‘pelotazos’ (pallottole di gomma). Alcune barricate sono state anche incendiate dai manifestanti, che in alcuni casi hanno respinto gli agenti in assetto antisommossa attraverso il lancio di pietre e razzi.
I violenti scontri sono proseguiti fino alle 5 di questa mattina, quando la Polizia è riuscita ad arrestare tre manifestanti nell’ultimo episodio di questa lunga giornata. Il ‘giorno della vergogna’, come l’ha ribattezzata l’associazione dei vecinos, il comitato di quartiere di Errekalde che ha denunciato la violenza indiscriminata delle forze di sicurezza contro gli abitanti del quartiere e l’istituzione di un vero e proprio stato d’assedio, inaccettabile in un paese che si fregia di essere ‘democratico’. 

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