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Il voto greco, un buon esempio per tutti

Non c’è molto da da aggiungere.  Glezos è una figura indiscutibile sotto ogni profilo. Ma questa intervista chiarisce molte cose. Chi aveva frettolosamente iscritto Syriza nelle metafore vendoliane – da destra come da sinistra – dovrà ricredersi piuttosto rapidamente. La sinistra greca ha divisioni storiche risalenti al rapporto (negativo o positivo) con l’Unione Sovietica. E in questo frangente storico sta conducendo la battaglia con strategie e tattiche diverse. Ma una cosa ci sembra chiara: nessuna delle tre formazioni ha minimamente dubbi sul fatto che sia nell’interesse del popolo ellenico rifiutare le ricette e le imposizioni della troika. Né ci sono stati pasticci o relazioni sospette con il Pasok, il partito “socialista” che – questo sì – somiglia come una goccia d’acqua al Pd nostrano. Il nostro è un invito a guardare con occhio laico e soprattutto “non italiano” ciò che accade altrove. In grecia hanno già troppi problemi per dover subire anche un appiattimento rispetto alle povere figure del presepe di casa nostra. Buona lettura.

 

PARLA IL NOVANTENNE «PRIMO PARTIGIANO D’EUROPA»

Manolis Glezos: «Il voto greco è un buon esempio per tutti»
Argiris Panagoulos
ATENE

Manolis Glezos, il giovanotto greco di novant’anni che affrontava con i suoi capelli bianchi i celerini sulle gradinate del parlamento greco, è contento di vedere il successo della sinistra in Grecia, dopo quasi tre anni di dure lotte contro le politiche neoliberali. Glezos non è solo il simbolo dell’antifascismo europeo dalla notte del 30 maggio del 1941, quando insieme ad Apostolos Santas buttano via la bandiera nazista dalla Acropolis di Atene. Oggi è il simbolo anche delle nuove generazioni dei greci che lottano contro i Memorandum e la troika. Per due volte la polizia di Papandreou e di Papadimos gli ha spruzzato contro i gas asfissianti durante le manifestazioni fuori dal parlamento, di fronte alla piazza Syntagma. La seconda era insieme al famoso compositore di sinistra e compagno di tante lotte, Mikis Theodorakis. Nella sua ricca vita, Glezos ha avuto 28 condanne, tre delle quali a morte. Charles De Gaulle lo ha chiamato «primo partigiano d’Europa». Ha trascorso quasi undici anni e mezzo in carcere e quattro anni e mezzo al confino. L’immunità parlamentare gliene ha risparmiato tanti altri.

Sembra che non ci sarà un governo delle sinistre in Grecia …
I numeri nel parlamento non ci sono. Però mi piace vedere un dirigente della sinistra che riceve il mandato per formare un governo. E in che condizioni! Quelli che hanno firmato i Memorandum per la distruzione del paese cercano già di spaventare la gente dicendo che ci sarà una vittoria delle sinistre se facciamo elezioni a breve.
Come legge i risultati elettorali?
Il popolo greco con il voto di domenica ha aperto una nuova pagina nella nostra storia. Mi sembra un buon esempio anche per gli altri popoli dell’Europa e del mondo. Specialmente per quelli che soffrono la barbarie neoliberista. Presto sarà dimostrato che, con il suo voto, il popolo greco ha preso nelle sue mani il destino del paese e che è pronto a determinare il suo futuro. La sinistra finalmente è uscita dall’angolo. È la sinistra delle piazze e delle fabbriche, la sinistra dei movimenti contro i licenziamenti e le tasse ingiuste, la sinistra dei quartieri. I cittadini hanno condannato e sconfitto le politiche dei Memorandum. Il bipartitismo è crollato. La Nuova Democrazia non controlla i conservatori. L’ingresso dei neonazi nel parlamento rappresenta una grande sfida democratica. Syriza è diventato il più grande partito delle sinistra.
Come vede Syriza, l’alleanza di sinistra?
Syriza è il grande vincitore delle elezioni, perché ha mostrato che esiste una prospettiva per la costruzione di una politica sociale di sinistra in Europa. Ha mostrato che la sinistra non è brava solo a denunciare. Syriza ha investito nella costruzione europea anche con la difesa dei diritti dei lavoratori. La gente si è resa conto che la sopravvivenza della nostra società non passa attraverso la sottomissione a questo neoliberismo finanziario, che non passa attraverso l’isolamento e la chiusura nel nostro piccolo mondo. Syriza è il futuro della sinistra e del paese. A una sola condizione: di restare nelle piazze e nei luoghi di lavoro. Di lottare. Syriza deve mantenere il suo obiettivo di stare nella società e nei suoi problemi, di difendere la gente dalle politiche dei Memorandum. Le forze ferite del bipartitismo, la destra, i finanzieri e i poteri economici cercheranno di reagire per capovolgere la situazione. L’unica cosa certa è che ci aspettano dure lotte. Però oggi siamo più forti e più sicuri per affrontarli. Siamo contenti dei risultati elettorali. Nessuno però ha potuto festeggiare. Abbiamo un obbligo morale di fronte a un milione e mezzo di disoccupati e di fronte alla gente che soffre. Syriza e la sinistra devono dimostrare che hanno un’etica molto diversa. Dobbiamo continuare a lavorare per l’unità delle sinistre. E i nostri avversari non sono né la Sinistra Democratica né il Kke.
 
da “il manifesto”

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