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‘Merkel Go Home’: gli indignados preparano l’accoglienza alla leader tedesca

 
I cosiddetti ‘indignados’ spagnoli stanno preparando l’accoglienza da riservare alla cancelliera tedesca Angela Merkel, che visiterà la capitale Madrid il prossimo 6 settembre per incontrare il capo del governo spagnolo Mariano Rajoy e alcuni esponenti della locale federazione degli industriali.
L’iniziativa del ‘Movimento 15 M’, alla quale parteciperanno anche l’associazione ‘Democracia Real Ya’ ed altri collettivi, è già stata valutata nelle assemblee di quartiere del ‘Movimento 15 M’ della capitale iberica.
“Dobbiamo dare alla Signora Merkel il benvenuto simbolico che si merita: il nostro più sonoro e forte rifiuto delle misure che la sua politica e la sua ideologia neoliberista/capitalista ci vuole imporre a forza di tagli ai diritti più basilari” recita il comunicato di convocazione della protesta. Nel testo si denuncia che la sua politica condanna i cittadini “alla miseria nonostante essi non siano colpevoli della truffa perpetrata dal sistema finanziario, dagli organismi economici europei come la Banca Centrale Europea e dagli enti governativi complici quando non protagonisti del genocidio sociale “.
Significativi gli slogan che saranno al centro della giornata della manifestazione – l’appuntamento è per le 19 del 6 settembre davanti alla sede dell’Unione Europea – molti dei quali sono già diventati hashtags coniati per seguire su twitter la mobilitazione: #MerkelGoHome, #FucktheTroika o #Nodebemosnopagamos.
Intanto ieri in tutto lo Stato migliaia di persone, molte delle quali medici e altri operatori del sistema sanitario ma anche lavoratori stranieri, sono scesi in piazza per contestare la misura del governo che esclude dall’assistenza sanitaria gratuita centinaia di migliaia di immigrati ‘irregolari’. Che da ora in poi se vorranno farsi curare dovranno stipulare una sorta di assicurazione del valore di alcune centinaia di euro.
Ieri a mezzogiorno cinquecento persone hanno realizzato una catena umana davanti all’ospedale Greogorio Marañon di Madrid, per reclamare “Sanità per tutti”, e per contestare la sospensione dell’assistenza sanitaria agli immigrati senza documenti che i manifestanti hanno definito ‘apartheid sanitaria’ e ‘misura xenofoba’. Tra gli altri slogan gli attivisti hanno gridato anche ‘Non sono tagli, sono esecuzioni’, accennando al fatto che molti immigrati non possono permettersi di pagare l’assicurazione e quindi dovranno rinunciare alle cure, in alcuni casi a rischio della propria vita. Un altro immigrato ha avvertito che a soffrirne saranno anche i cittadini spagnoli: “Se non possiamo permetterci di curare infezioni contagiose ciò costituirà un pericolo per tutti, non solo per gli immigrati irregolari”. Il portavoce dell’associazione ‘Medici del Mondo’, Mario Perez, ha invece contestato la razionalità del provvedimento avvertendo che da questo momento gli immigrati non potranno fare altro che rivolgersi ai Pronto Soccorso, collassando un sistema già allo stremo per i tagli degli ultimi mesi decisi dallo stesso governo Rajoy.
Manifestazioni simili si sono tenute ieri in tutto il paese: a Barcellona, Valencia, Burgos, Lanzarote,  a Las Palmas de Gran Canaria, e in altre ancora. E nuove mobilitazioni sono state convocate per il prossimo 13 di settembre.
Intanto molte Comunità Autonome hanno deciso di non applicare o aggirare il provvedimento attraverso il quale il governo intende recuperare 7 miliardi di euro da destinare al ripianamento del debito pubblico: la Catalogna e la Galizia (quest’ultima governata dal Partito Popolare di Rajoy) continueranno ad erogare l’assistenza ordinaria ai ‘sin papeles’; la Comunità Autonoma Basca, le Asturie e l’Andalusia faranno fronte alle spese sanitarie. La Catalogna rilascerà una tessera sanitaria specifica che garantirà l’accesso ai servizi medici a tutti gli stranieri che dimostreranno entrate inferiori ai 600 euro mensili e di essere da almeno tre mesi residenti nella regione. La Galizia darà sei mesi di tempo agli immigrati affinché dimostrino la mancanza di risorse e la residenza nella regione. Altre autonomie, come Murcia, continueranno a erogare assistenza, ma invieranno le fatture ai Paesi d’origine degli immigrati cittadini di Stati che non abbiano accordi di reciprocità con lo Stato spagnolo. L’associazione Sos Racismo e Amnesty International hanno denunciato “l’incostituzionalità di una misura che alimenta l’esclusione e la conflittualità sociale’.
Oltre a ritirare la tessera sanitaria agli immigrati non in regola, il governo ha anche introdotto i ticket per i farmaci, pari al 10% del prezzo per i pensionati fino al 60% per i redditi superiori ai 100.000 euro annui.
Sempre ieri è scattato anche l’aumento dell’Iva deciso durante l’estate dal governo: l’aliquota principale passa dal 18% al 21% mentre quella ridotta applicata ad alcuni prodotti e servizi (come turismo e trasporti) sale dall’8% al 10%. Viene invece mantenuta invariata al 4% l’aliquota sui generi di prima necessità tra cui alimenti, farmaci e libri – non inclusi però quelli scolastici, il che provocherà un aumento delle spese per le famiglie – e in alcuni settori l’aliquota passerà dall’8% al 21,  penalizzando l’economia del paese e i consumi già in crollo verticale. 

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