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Turchia: pesanti condanne per i generali ‘golpisti’

Tre generali turchi – l’ex capo dell’Esercito Çetin Dogan, considerato la mente del complotto, l’ex capo dell’Aeronautica Ibrahim Firtina, l’ex comandante della Marina Özden Örnek – sono stati riconosciuti oggi colpevoli di aver complottato per rovesciare il governo islamico di Recep Tayyip Erdogan nel 2003.
I giudici hanno inizialmente annunciato che il reato di cui sono stati riconosciuti colpevoli i tre generali (“tentativo di rovesciare il Parlamento della Repubblica turca con l’uso della forza), prevede una condanna all’ergastolo, ma poi hanno precisato di aver deciso per una pena più bassa, vent’anni di carcere, perchè la commissione del reato non è giunta a compimento. 
Engin Alan, generale in pensione e deputato del partito nazionalista Mhp, è stata condannato a 18 anni, così come il generale in pensione Bilgin Balanli. Altri 175 imputati sono stati condannati a 13 anni di carcere ciascuno, e 34 sono stati assolti.
In tutto gli imputati erano 365. Alcuni parenti del generali condannati sono svenuti in aula alla lettura della sentenza nell’aula bunker di Silivri, alle porte di Istanbul. 
La pesante condanna giunge al termine del maxiprocesso sul presunto golpe del Balyoz (il Martello), un piano, mai attuato, che secondo le autorità e i giudici prevedeva una serie di attentati mirati a sconvolgere la Turchia e a far cadere il governo. Gli imputati sono stati accusati di avere ordito una strategia della tensione, con attentati e perfino una possibile guerra con la Grecia, per destabilizzare e far cadere l’esecutivo diretto da Erdogan.
Gli accusati hanno negato tutti gli addebiti, denunciando il processo ‘come ‘illegale e iniquo” e le prove come fabbricate, sostenendo che il piano Balyoz rappresentava solo uno scenario teorico, oggetto di un’esercitazione d’intelligence tra ufficiali delle Forze armate.
L’opposizione a ha denunciato una ‘caccia alle streghe’, lanciata per fare il gioco degli interessi di potere del governo di Erdogan e del suo partito islamico nazionalista.
Si tratta del primo processo giunto a sentenza di una serie di controversi procedimenti giudiziari avviati in Turchia contro le gerarchie militari, potentissime nel Paese prima dell’avvento al potere nel 2002 del partito per la Giustizia e lo Sviluppo. 
In passato i militari hanno portato alla messa fuori legge dei partiti islamici in ascesa, fino alla vittoria dell’Akp.

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