La Francia ha scoperto sulla ‘propria pelle’ il carattere fascista della cosiddetta democrazia turca. Opinione pubblica, stampa e parte della classe politica d’oltralpe sono infatti mobilitate per denunciare l’incredibile vicenda giudiziaria che vede al centro una studentessa francese di soli 20 anni, Sevil Sevimli, accusata dalla magistratura turca di terrorismo.
Il processo contro la ragazza, francese ma di origini turche, è iniziato mercoledì a Bursa, e contro di lei la magistratura di Ankara chiede l’incredibile pena di 32 anni di reclusione.
Sevil Sevimli è accusata, insieme ad altre cinque persone, di propaganda e appartenenza a un’organizzazione di estrema sinistra, il Dhkp-c, il Fronte rivoluzionario di liberazione del popolo, messa fuori legge dal regime turco e inserita nelle liste nere di UE e Stati Uniti.
Come ‘prova’ a suo carico la corte turca porta la sua partecipazione alla manifestazione del primo maggio scorso a Istanbul indetta dai sindacati e dai partiti di sinistra, e la sua partecipazione ad un concerto del Grup Yorum. Una band fortemente politicizzata che alcuni giorni fa è stata duramente colpita dalla repressione quando la cantante e la violinista del gruppo sono state arrestate e torturate dalla Polizia.
Il caso della ventenne lionese, arrivata in Turchia alcuni mesi fa per svolgere un periodo di studi nell’Università Anadolu d’Eskişehir (300 km a sud-est d’Istanbul), all’interno del progetto Erasmus, ha creato molto scalpore in Francia. Cortei per la sua liberazione sono stati organizzati da comitati spontanei e da associazioni per i diritti umani, mentre una petizione ha già raccolto quasi 130 mila firme. Anche gli studenti francesi sono scesi in piazza in alcune città.
L’emozione suscitata dal caso di Sevil Sevimli ha permesso alla stampa francese di scoprire che nelle carceri turche, oltre a migliaia di prigionieri politici kurdi (attivisti di gruppi armati o politici, ma anche giornalisti, intellettuali, deputati e sindaci) ci sono anche migliaia di giovani e giovanissimi accusati di reati gravissimi e sottoposti ad un regime di carcerazione durissimo.
In Turchia 2.824 studenti universitari e liceali si trovano attualmente in carcere, ha ammesso lo stesso ministero della giustizia di Ankara ad agosto in risposta a una interrogazione dell’opposizione socialdemocratica. Giovanissimi accusati di “terrorismo” per presunti legami con organizzazioni curde. Due terzi circa dei giovani detenuti per motivi politici (1.778) sono in carcere in attesa di essere processati mentre altri 1.046 scontano condanne per “terrorismo” afferma il quotidiano di sinistra Radikal.
Arrestata lo scorso 9 maggio insieme ad altri 5 giovani turchi, Sevim è stata rinchiusa in prigione e rilasciata solo il 7 agosto. Mercoledì la sesta corte d’assise di Bursa ha confermato le accuse contro la giovane respingendo la richiesta di proscioglimento avanzata dal suo avvocato ed ha intimato che Sevil non lasci il territorio turco. «Lei è presa in ostaggio – ha denunciato il suo legale Sami Kahraman – Sevil è arrabbiata, aveva seguito l’udienza con molta ansia e i suoi genitori sono veramente molto colpiti». La Corte ha rinviato il processo al prossimo 19 novembre.
All’udienza di mercoledì ha partecipato il Console Generale di Parigi a Istanbul e numerosi rappresentanti di Ong e associazioni per i diritti umani sia francesi sia turche, e dell’assurda vicenda il ministro degli affari esteri Laurent Fabius ha chiesto conto al suo omologo turco Ahmet Davutoglu. Francia e Turchia si stanno lentamente riavvicinando dopo una rottura netta provocata dal varo di una legge di Parigi che definisce ‘genocidio’ il massacro di centinaia di migliaia di cittadini armeni da parte delle autorità turche all’inizio del secolo scorso.
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