Toni minacciosi, molto minacciosi, di Ankara contro l’Eni. Minacciata dal governo turco di essere esclusa da alcuni investimenti se l’azienda petrolifera italiana collaborerà con la repubblica di Cipro nell’esplorazione dei giacimenti di gas al largo dell’isola. A proferire l’ultimatum è stato il ministro per l’Energia di Erdogan, Taner Yildiz, ripreso dal quotidiano turco Hurriyet. ”Rivedremo i loro investimenti in Turchia se l’Eni andrà avanti in questa direzione. Il gruppo ha una quota nell’oleodotto Samsun-Ceyhan – ha ricordato il ministro – e certamente potremmo inserire questo punto nella nostra agenda. Non consideriamo giusto che Eni lavori con la Cipro greca in un’area che appartiene all’intera Cipro”.
La dura reazione è arrivata dopo che martedì scorso il governo di Cipro ha annunciato l’avvio di negoziati con l’azienda italiana Eni e la sudcoreana Kogas per sondaggi esplorativi su gas e petrolio presenti nel Mediterraneo. Samsun-Ceyhan è un oleodotto progettato per attraversare la Turchia dalla provincia sul Mar Nero di Samsun fino all’hub di Ceyhan, nel Sud del Paese. Partner del progetto sono Eni, Rosneft, Transneft e la turca Calik. Con Gazprom il gruppo italiano è anche partner del Blue Stream, gasdotto che collega la Russia alla Turchia. Ma ora, se le minacce diventeranno realtà, tutto potrebbe essere messo in discussione.
“Come già dichiarato più volte le aziende che collaboreranno con l’amministrazione greco-cipriota saranno escluse dai futuri progetti turchi in campo energetico” ha ribadito il ministro degli Esteri di Ankara, Ahmet Davutoglu, in un comunicato. La Turchia – che nel 1974 ha invaso e occupato una parte dell’isola, dando vita ad un governo fantoccio non riconosciuto dalla comunità internazionale – ha più volte protestato con il governo di Nicosia, bollando come illegali eventuali attività di esplorazione al largo dell’isola e minacciando ritorsioni diplomatiche e commerciali.
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