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Grecia: la lista degli evasori mette i socialisti nei guai

Negligenza criminale: è questa la pesante accusa che potrebbe essere mossa dalla magistratura di Atene a due ex ministri delle Finanze nell’eventualità – assai improbabile, a dire il vero – che il Parlamento ellenico autorizzi i giudici ad inquisirli per non aver indagato sui nomi dei 2059 possibili evasori fiscali fornita al governo socialista nel 2010 dall’allora ministro francese Christine Lagarde.

I due ex ministri finiti nella bufera sono l’attuale leader del Pasok Evangelos Venizelos – l’attuale leader del Pasok alle prese in questi giorni con l’ennesima rivolta in seno al suo partito contro i tagli e i licenziamenti imposti dalla troika – e Giorgos Papacostantinou, responsabile del dicastero delle Finanze nel 2010 nel governo di Papandreou. Nei confronti di entrambi il Procuratore della Repubblica Grigoris Peponis intende chiedere al Parlamento di aprire un’inchiesta.

Due anni fa Papacostantinou ricevette dall’allora ministro delle Finanze francese, oggi direttore del Fmi, un Cd contenente i nomi di 2.059 cittadini greci titolari dal 2003 di conti nella banca svizzera HSBC per un valore stimato tra 1,5 e 2 miliardi di euro, mai dichiarati al fisco ellenico. Ma il Cd si era poi misteriosamente volatilizzato per ricomparire altrettanto misteriosamente un mese fa nelle mani di Venizelos. Senza che anche questa volta partisse nessuna indagine. Anzi, alcuni giorni fa la polizia ha arrestato il giornalista Kostas Vaxevanis il giorno dopo la pubblicazione sulla sua rivista, ‘Hot Doc’, dell’elenco completo dei potenziali evasori.
La notizia della richiesta di Peponis – che comunque verrà inoltrata al Parlamento solo dopo il voto di mercoledì prossimo sul pacchetto delle nuove misure lacrime e sangue volute dalla troika (Ue, Bce e Fmi) – è stata diffusa proprio mentre un giudice del tribunale di Atene assolveva Vaxevanis. Lo scandalo denunciato da quello che molti chiamano ormai ‘l’Assange greco’ – cioè in ben due anni ben due ministri e due capi della Guardia della Finanza non abbiano mosso un dito per accertare se nella cosiddetta ‘lista Lagarde’ vi fossero evasori fiscali – ha indotto il giudice Peponis, che si occupa di crimini finanziari, ad avviare un’indagine per accertare se nel mancato utilizzo dei dati contenuti nell’elenco si possano ravvisare gli estremi di reato ed esista la possibilità di incriminare i responsabili.

Approfittando del clima di rabbia causato dall’arresto di Vaxevanis, ieri il partito neo-nazista Chrysi Avgi (Alba Dorata) ha sporto denuncia contro Venizelos e Papacostantinou per omissione di atti d’ufficio.

Intanto, forse per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dall’iniziativa di Peponis e di minimizzare l’importanza sia della ‘Lista Largarde’ sia dell’assoluzione di Vaxevanis, il ministro delle Finanze Yannis Stournaras si è presentato davanti ai membri della Commissione Trasparenza del Parlamento affermando che la Guardia di Finanza (Sdoe) sta indagando su un elenco di nomi definito “più cruciale e probabilmente più utile della lista Lagarde che comprende 54.000 greci che dispongono di conti in banche estere dove hanno portato il loro denaro dopo l’inizio della crisi economica”. Stournaras ha aggiunto che la Guardia di Finanza comincerà a vagliare la posizione di tutti coloro che hanno esportato oltre 100.000 euro e che presto “saranno convocate 15.000 persone per giustificare la provenienza delle somme trasferite all’estero”.

Che quanto ha annunciato Storunaras si realizzerà ci credono veramente in pochi. Un sondaggio ha rivelato proprio in queste ore che la sfiducia dei greci verso i partiti di maggioranza – Nuova Democrazia, Socialisti e Sinistra Democratica – aumenta sempre di più. E che comincia a calare anche la fiducia riposta finora da consistenti settori nell’opposizione capitanata da Alexis Tsipras, leader della sinistra radicale di Syriza. Secondo un sondaggio pubblicato dal settimanale Politiki, a quattro mesi dalle ultime elezioni parlamentari, il 71% dei cittadini non ha più fiducia né nel governo del premier Antonis Samaras, nè nell’opposizione. Il centrodestra di Nea Dimokratia prenderebbe il 22% dei voti, contro il quasi 30 delle elezioni di giugno, mentre Syriza diventerebbe primo partito ma calando dal 27 al 25,5%. A guadagnarci sarebbero i nazisti di Alba Dorata: il 13% dei greci, secondo il sondaggio, voterebbe per loro.

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