24.00 – Una esigua maggioranza dei deputati approva il pacchetto di tagli, licenziamenti e nuove tasse scritto a Bruxelles e Francoforte (Leggi: ATENE. IL PARLAMENTO APPROVA I TAGLI. A BASTONATE)
21.30 – E’ tornata una relativa calma nel centro di Atene davanti al Parlamento, che tra poche ore dovrebbe votare con una risicata maggioranza il nuovo pacchetto di tagli, licenziamenti, nuove tasse e privatizzazioni imposte dalla Unione Europea e dal FMI. Nel cuore della capitale greca si sono vissute due ore di violenti scontri quando nella piazza, sotto una pioggia molto forte, si erano già assiepati più di 100 mila manifestanti.
20.30 – Gli scontri continuano, mentre migliaia di manifestanti resistono nonostante le pioggia battente. La polizia sta cercando di svuotare completamente Piazza Syntagma, sparando gas lacrimogeni fino Sygrou Avenue e a Plaka, parecchio distanti dal Parlamento. Fonti dei servizi medici che hanno organizzato un ospedale di fortuna all’interno dell’Hotel Amalia della capitale greca segnalano circa 40 manifestanti feriti. Moltissimi gli intossicati dai gas lacrimogeni e dalle sostanze chimiche miscelate all’acqua sparata a pressione dagli idranti.
19.45 – Sarebbero almeno una ventina i manifestanti – e non necessariamenti quelli incappucciati – arrestati dall’inizio degli scontri in piazza Syntagma e nei dintorni. Secondo alcuni testimoni la polizia contro i
dimostranti starebbe usando anche le granate stordenti e addirittura le pallottole di gomma.
19.30 – Continuano gli scontri molto violenti in diversi punti della Piazza antistante il parlamento e ormai in molte delle vie del centro. In piazza alcuni alberi, alcuni cassonetti ed anche un’edicola sono in fiamme mentre i manifestanti cercano di non abbandonare la zona nonostante ormai l’aria si irrespirabile e si rifugiano in alcune vie dove i gas lacrimogeni che la polizia sta sparando in quantità industriale sono più rarefatti.
19.15 – Si calcola che circa un’ora fa, quando in Piazza Syntagma sono iniziati gli scontri, davanti al Parlamento – all’interno del quale i deputati continuano il dibattito sui nuovi tagli – ci fossero almeno 100 mila manifestanti. La tensione è salita quando alcuni gruppi di manifestanti hanno deciso di provare a rompere i cordoni di Polizia posti a difesa di un Parlamento blindato.
18.30 – Contro i manifestanti la Polizia sta utilizzando gli idranti che sparano acqua a forte pressione contro i gruppi di incappucciati che resistono alle cariche. Gli scontri si sono spostati anche nelle vie laterali a Piazza Syntagma, dove nonostante la pioggia e le cariche e l’aria resa sempre più irrespirabile dai lacrimogeni rimangono decine di migliaia di manifestanti.
18.10 – Violenti scontri tra Polizia in assetto antisommossa e consistenti gruppi di dimostranti sono in corso da alcuni minuti in vari punti di Piazza Syntagma, davanti al Parlamento davanti al quale a partire dalle 17 di oggi pomeriggio si sono radunate decine e decine di migliaia di manifestanti provenienti da tutta la capitale. Giovani a volto coperto lanciano bottiglie molotov e grandi pezzi di marmo contro i poliziotti che cercano di disperdere loro – e i manifestanti – con i lacrimogeni.
13.30 – Il Parlamento ellenico ha respinto a maggioranza una mozione di incostituzionalità circa il pacchetto delle misure di “austerità” che era stata presentata da Syriza e dai Greci Indipendenti. Il dibattito parlamentare sul pacchetto, che prevede tagli di bilancio per 13,5 miliardi di euro per il biennio 2013-2014, è quindi da poco ripreso.
12.30 – I sindacati e le organizzazioni di sinistra hanno dato appuntamento per le 17.00 di fronte al parlamento, e la partecipazione alla protesta in Piazza Syntagma dovrebbe crescere con i passare delle ore. Nel frattempo i lavoratori aderenti al sindacato di Genop-Deh, la compagnia elettrica statale, hanno fermato cinque impianti di produzione da 1642 Mw di energia, sui 6.400 complessivamente prodotti ogni giorno.
12.10 – Il dibattito in corso da circa due ore al Parlamento ellenico sul pacchetto di tagli e licenziamenti richiesti dalla troika (Fmi, Ue e Bce) è stato interrotto per effetto della richiesta di Syriza, il principale partito di sinistra all’opposizione, e dei Greci Indipendenti (nazionalisti di destra), che sostengono l’incostituzionalità del disegno di legge. Il presidente del Parlamento, Evaghelos Meimarakis, ha interrotto il dibattito e ha deciso che si dovrà procedere a una votazione nominale sulla questione dell’incostituzionalità o meno del pacchetto prima di riprendere il dibattito.
11.30 – Anche per oggi i servizi di trasporto pubblici sono in sciopero, ma torneranno parzialmente in servizio alle 15:00 per consentire alla gente di affluire in centro e prendere parte alle dimostrazioni di protesta. Il culmine è previsto in serata e in nottata: l’indicazione di Syriza e degli altri partiti di sinistra è di rimanere in piazza Syntagma fino al momento del voto sul pacchetto di tagli, previsto intorno alla mezzanotte. Fermi restano i taxi e anche i traghetti rimangono attraccati nei porti mentre per quattro ore, dalle 12:00 alle 16:00, incrociano di nuovo le braccia i controllori di volo. In sciopero anche avvocati, giudici, medici, impiegati pubblici e dipendenti di banca. Anche i giornalisti si asterranno dal lavoro per tre ore, dalle 16:00 alle 19:00, dopo aver scioperato per l’intera giornata lunedì.
11.00 – Seconda giornata di sciopero generale e manifestazioni ad Atene e nel resto della Grecia, mentre all’interno del Parlamento i deputati stanno affrontando un vero e proprio ‘tour de force’ per votare entro questa sera l’ennesimo pacchetto infarcito di tagli, licenziamenti di dipendenti pubblici, nuove tasse e privatizzazioni imposto dall’UE e dal Fmi in cambio dei cosiddetti aiuti.
Ieri ad Atene sono scesi in piazza circa 50 mila tra lavoratori e giovani, e altri 20 mila hanno manifestato a Salonicco. Un numero di partecipanti inferiore alle aspettative e che riflette una difficoltà oggettiva: con il 25% di disoccupazione e con una percentuale simile di lavoratori con contratti a tempo determinato o completamente precari, scioperare è per moltissimi lavoratori un lusso che non ci si può più permettere. Ieri molti negozianti, soprattutto delle zone centrali della capitale, esibivano un cartello che recitava ‘Sciopero’ ma hanno tenuto comunque le serrande alzate. Non che manchino la determinazione e la rabbia contro i continui salassi ai quali il governo sottopone i lavoratori dipendenti e altre categorie che stanno pagando da anni un risanamento delle casse dello Stato che sembra sempre più lontano e utopistico. Ma a molti cittadini appare chiaro che gli scioperi da soli non sono sufficienti a bloccare le continue manovre del governo. Governo che se da una parte è espressione di quelle oligarchie che non hanno pagato la crisi ma anzi hanno accresciuto il loro potere e le loro ricchezze, è di fatto ricattato da una troika sempre più invadente e minacciosa.
La situazione è sempre più tragica. In molti quartieri di Atene le assemblee di condominio hanno deliberato che l’accensione dei riscaldamenti negli appartamenti scatterà solo nel caso in cui la temperatura raggiunga livelli molto bassi. Del resto moltissime famiglie non si possono proprio permettere di pagare il gasolio.
Ma le manifestazioni, gli scioperi e le continue proteste stanno causando comunque non pochi problemi alla maggioranza parlamentare che sostiene Antonis Samaras: molti i deputati che si sono già sfilati o che potrebbero farlo durante il voto di oggi.
“Se i parlamentari voteranno per le nuove misure – dice Nikos Kioutsoukis, il leader della Gsee, il sindacato dei lavoratori del settore privato – commetteranno il più grave crimine politico e sociale di sempre contro il paese e il popolo (…) Non gli lasceremo distruggere il paese”.
Durante la giornata saranno decine di migliaia i manifestanti che convergeranno in Piazza Syntagma per esprimere la propria rabbia contro il governo. Azienda dei trasporti permettendo, visto che ieri molti lavoratori non sono riusciti a raggiungere il centro della città a causa della decisione di chiudere metropolitane e treni locali per boicottare le mobilitazioni. Ma comunque la partecipazione allo sciopero e alle mobilitazioni è prevedibile che sia maggiore rispetto a quello registrato durante la giornata di ieri.
Del resto la posta in gioco è altissima: il governo sta per approvare, tra le altre cose, l’aumento dell’età pensionabile a 67 anni, il che vuol dire che la disoccupazione, soprattutto giovanile, aumenterà ancora. Senza contare i 45 mila licenziamenti di dipendenti pubblici nel giro di pochi anni.
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luciano
E’ assolutamente necessario,a questo punto,che il popolo greco cominci a prendere in considerazione l’idea/forza di costituire, attraverso consultazioni fra i lavoratori e in generale da chi subisce le brutali aggressioni dei criminali prezzolati in camicia bianca e nera, comitati permanenti popolari in grado di mobilitarsi a difesa della propria dignità di uomini che non intendono sottostare alla ignominia del capitale.Quello che abbiamo sotto gli occhi non è più un “normale” scontro fra capitale e lavoro,ma il tentativo,finora riuscito,di messa in opera di un piano sistematico di distruzione di massa, ispirato dalle ultime linee guida diffuse negli incontri periodici delle élite economico/finanziarie mondiali,dove viene chiaramente indicato il percorso da attuare di fronte ad un “eccesso di capitale umano”non più remunerativo!In quelle riunioni la parola d’ordine di lor signori risultava in perfetta sintonia con i “piani di aggiustamento strutturale”imposti dalla troika che,guarda caso,ha usurpato tutti i posti di comando dei paesi del sud Europa!Il valoroso popolo greco saprà certamente liberarsi dalla barbarie del capitalismo nella sua versione genocida,ma l’Italia?