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Salonicco: dipendenti pubblici contestano console tedesco

Circa la metà delle aziende greche ha fatto ricorso quest’anno a tagli degli stipendi e riduzioni del personale: lo riferisce oggi il quotidiano ateniese Kathimerini, pubblicando i dati emersi da uno studio condotto fra aprile luglio scorsi dalla compagnia Aon Hewitt su 165 aziende attive in Grecia. Non hanno preso misure così drastiche, invece, le multinazionali operanti in Grecia: “solo” il 9,1% di questi grandi gruppi ha ridotto i salari nel Paese e il 17,9% ha licenziato personale. Lo studio, che si limita ai soli settori più produttivi dell’economia, indica inoltre che solo il 26,5% delle aziende greche é andato contro tendenza ed ha aumentato gli stipendi.

Intanto oggi il console tedesco a Salonicco, Wolfgang Hoelscher-Obermaier è stato aggredito durante una conferenza nella seconda città del paese. Più di 200 dipendenti comunali hanno fatto irruzione nell’edificio in cui era in corso una riunione di sindaci greci e tedeschi e hanno lanciato caffè e bottigliette d’acqua in direzione del diplomatico.
I manifestanti ce l’avevano in particolare con il sottosegretario al Lavoro tedesco, Hans-Joachim Fuchtel, il rappresentante del governo di Berlino nell’associazione greco-tedesca che mercoledì ha dichiarato che a tre dipendenti comunali greci viene chiesto di fare quello che in Germania fa uno soltanto.
La polizia è intervenuta con manganelli e gas lacrimogeni per disperdere la protesta in cui venivano scanditi slogan come “restiamo uniti e cacciamo i nazisti”. Non ci sono stati feriti, né arresti.
La conferenza che si è tenuta oggi a Salonicco è la terza del genere organizzata dalla Dgv, dopo la prima svoltasi ad Atene nel 2009 e la seconda sempre a Salonicco nel novembre 2011. Qualche settimana fa nel corso della sua dichiarazione di governo al Bundestag, Angela Merkel aveva pubblicamente ringraziato Fuchtel per il suo impegno profuso in favore di una migliore comprensione tra greci e tedeschi e tutta l’assemblea aveva calorosamente applaudito l’apprezzamento del cancelliere.

Intanto negli ospedali greci la vita dei pazienti che hanno bisogno di cure nei reparti di terapia intensiva è sempre più a rischio perché, a causa dei recenti tagli di fondi e di personale sanitario, oltre il 20% di tali unità sono state chiuse ed altre lo saranno nei prossimi mesi. A lanciare l’allarme, come riferisce oggi il quotidiano Kathimerini, é stato Apostolos Armaganidis, direttore della Società ellenica di medicina di terapia intensiva. In una conferenza stampa, Armaganidis ha affermato che 154 delle circa 700 unità di terapia intensiva presenti in Grecia sono state chiuse e altre circa 50 non saranno più operative dall’inizio dell’anno prossimo quando scadranno i contratti a termine di 50 medici e 120 infermieri. Secondo il medico, nel Paese fra i 30 e i 40 pazienti al giorno hanno bisogno di essere ricoverati nei reparti di rianimazione. 

Ieri anche i greci hanno partecipato, seppur in tono minore, alla giornata europea di lotta contro l’austerity.

 
 
Grecia, in dieci mila marciano fino al Parlamento
Atene – Argiris Panagopoulos (Il Manifesto)
 

Anche la Grecia ha risposto con grande partecipazione all’appello della Confederazione europea dei sindacati. Migliaia di ateniesi hanno sfilato ieri per protestare contro i tagli, rispondendo all’invito del sindacato del settore privato Gsee e del settore pubblico Adedy, che avevano aderito allo sciopero continentale. In piazza con i sindacati – con lo slogan «Basta con l’austerity, sviluppo adesso» – sono scese almeno 10 mila persone, che hanno sfilato fino al Parlamento. Una delegazione è poi entrata nella vicina sede della Commissione europea per consegnare una lettera di protesta contro i tagli.L’immagine di una donna di mezza età, dimessa e a testa bassa, che cammina in un corteo di dimostranti ad Atene innalzando un cartoncino bianco con la scritta «Ho paura della fame, mio Dio» sta facendo il giro del mondo e diventando il simbolo della disperazione dei greci.Questa volta a prendere l’iniziativa sono stati gli statali, visto che il “Terzo Memorandum”, già approvato e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale nonostante le numerose proteste di piazza e le defezioni in Aula, prevede la mobilità per duemila impiegati entro la fine dell’anno e per altri 25 mila per il 2013. Se non si saranno trasferiti ad altri settori della pubblica amministrazione, questi impiegati saranno licenziati, mentre nei prossimi dodici mesi prenderanno il 75 per cento del loro stipendio. I sacrifici umani della troika partiranno dagli impiegati con le mansioni più basse, per arrivare poi anche ai piani più alti. Non a caso nel mirino dei lavoratori nelle amministrazioni locali si trova il rappresentante di Merkel in Grecia, il democristiano Hans Joakim Fuchtel, che ha dichiarato che per il lavoro di mille tedeschi nelle amministrazioni locali in Grecia servono tremila impiegati. Il sindacato dei lavoratori nelle amministrazioni locali Poe-Ota si prepara a ricevere oggi Fuchtel bloccando la terza Assemblea greco-tedesca di amministratori locali a Salonicco. Gli impiegati nei servizi di pulizia del comune di Salonicco denunciano infatti che il rappresentante del governo tedesco ha già un piano per privatizzare la raccolta dei rifiuti con l’aiuto di imprese tedesche e greche. Il fatto che la Siemens, «l’impresa di tutte le tangenti» in Grecia, ha preso l’appalto di 400 milioni di euro dei cavi sottomarini per l’energia nelle isole Cicladi pochi giorni dopo la visita di Merkel ad Atene ha scatenato la rabbia della gente, mentre la magistratura e il sindacato Gsee si sono già mobilitati. A pochi giorni dalle votazioni al parlamento del “Terzo Memorandum” e della finanziaria sono usciti i dati disastrosi dell’economia greca, aumentando la rabbia di chi protesta, ma anche la disperazione di chi è senza lavoro. L’economia del paese è sprofondata, con una recessione del 7,2 per cento nel terzo trimestre. Dagli inizi dell’anno la recessione si assesta al 6,7 per cento, superando la previsione del 6,5 per cento per tutto il 2012. Nel mirino dei sindacati e dei partiti della sinistra radicale c’è ora la riforma fiscale. La troika vuole imporre la tassazione anche per strati più poveri della popolazione, mentre tra il Fondo monetario internazionale e le istituzioni europee continua la guerra per risolvere il rebus della sostenibilità del debito greco e la Germania ha fatto slittare ancora una volta, al 20 novembre, il pagamento della tranche degli aiuti.

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