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Turchia: a processo gli “hacker rossi”, rischiano 24 anni di galera

La Turchia non perdona. Mentre il leader del governo tuonava contro i nemici della nazione e proclamava la propria intenzione di seguire le orme dei grandi sultani del passato, nella tredicesima sezione del Tribunale di Ankara è cominciato ieri il processo contro 24 presunti attivisti della rete di hacker soprannominata ‘Red Hack’. A giudizio ci sono dieci giovani che secondo la procura della Corte criminale della capitale fanno parte di un collettivo di militanti della rete parallelo e collegato ad Anonymous ma più caratterizzato politicamente a sinistra.

Nei mesi scorsi RedHack è riuscito a penetrare e a bloccare numerosi siti e sistemi informativi delle autorità turche, in particolare attaccando quelli dei servizi segreti del Mit, della polizia e del ministero degli esteri di Ankara.

Ieri all’inizio dell’udienza la corte ha ordinato la scarcerazione dei 3 imputati arrestati a marzo e ancora detenuti, ma la procura ha chiesto per tutti gli accusati condanne fra gli 8 e i 24 anni di reclusione, essendo i giovani stati tutti accusati di appartenenza ad un’organizzazione terroristica armata (!). Compreso uno studente delle scuole superiori che secondo la stessa accusa non ha alcuna conoscenza approfondita dell’informatica e quindi difficilmente potrebbe aver partecipato all’hackeraggio di un sito.

I giovani accusati respingono le accuse di terrorismo, sostenendo di aver solo condiviso informazioni su RedHack sui social network ma di non far parte del gruppo di attivisti.

Il gruppo RedHack, fondato nel 1997 – quindi prima di Anonymous – è stato inserito nella lista delle organizzazioni terroristiche scatenando le proteste di alcune organizzazioni per i diritti umani che accusano il governo e le autorità turche di applicare misure spropositate nei confronti del collettivo. Che, nonostante gli arresti del marzo scorso, ha continuato ad attaccare siti e sistemi informatici del governo di Ankara, non apparendo affatto indebolito dalla detenzione dei dieci giovani da ieri a processo.

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