Menu

Caso Lander, l’estradizione nelle mani della Corte

*Il Manifesto 10 aprile 2013

Il prossimo 16 aprile la Corte di Cassazione dovrà decidere se confermare o meno la sentenza emessa dalla Corte d’appello di Roma favorevole alla richiesta avanzata dal governo spagnolo di estradare il 32enne Lander Fernandez Arrinda, militante dell’indipendentismo basco da oltre 10 mesi costretto agli arresti domiciliari nella sua residenza romana con l’accusa, ancora non suffragata da prove, di essere un militante dell’Eta.

La forte campagna nata a sostegno di Fernandez ha promosso lo scorso 6 aprile un’iniziativa di discussione su tortura, dispersione e lunghe pene ai danni dei prigionieri politici baschi; un partecipato evento in cui sono intervenutiOlivier Peter (Behatokia – Osservatorio basco sui diritti umani) e Josean Fernandez (Herrira, l’associazione che promuove iniziative in favore dei diritti dei detenuti politici baschi), ai quali abbiamo chiesto un parere sul trattamento riservato a Ines De Rio, la militante basca condannata a oltre 3mila anni di carcere a causa della dottrina Parot, il cui caso è stato portato davanti la Corte europea dei diritti dell’uomo lo scorso 20 marzo, e sulle recenti morti di due prigionieri politici baschi, Angel Figueroa e Xabier Lopez Peña. «Herrira è un movimento popolare, e come tale non guarda ai fatti di Strasburgo da un punto di vista giuridico, ma basa la propria lotta seconda una prospettiva di movimento che sia capace di sensibilizzare ampi settori della società: segmenti politicizzati e non, ma che siano comunque propensi a collaborare per porre fine, una volta per tutte, alla persecuzione deimilitanti baschi» dice Josean, che riferendosi poi al caso delle morti dei due presos aggiunge: «Nulla che non ci sorprenda, purtroppo. Queste due morti, come tante altre, sono frutto della politica penitenziaria di Madrid; i detenuti vengono trattati come cani, senza possibilità di comunicazione e informazione per i parenti che ne chiedono notizia».

Anche per il giovane avvocato Peter, 27enne e membro del Collegio che ha presentato la discussione sul caso Del Rio a Strasburgo, le due morti non sono una macabra fatalità. «In Spagna vige uno stato d’eccezione nei confronti dei prigionieri politici; per cui non è un caso se la situazione penitenziaria iberica, insieme a quella francese e italiana, è tra le più raccapriccianti. Ciò che di buono può emergere dall’udienza di Strasburgo è che la Corte europea ha confermato all’unanimità che la dottrina Parot è un esercizio giuridico anticostituzionale, cosa che invece non aveva ammesso il Tribunale costituzionale di Spagna nonostante tale convinzione fosse stata votata con una maggioranza molto stretta». Un giudizio che lascia ben sperare in vista della decisione che la stessa Corte renderà nota nei prossimi mesi,ma che potrebbe soprattutto significare un importante precedente nella lotta per l’affermazione dei diritti dei detenuti politici baschi. «Un po’ come ci auguriamo possa essere fatto con il caso Lander», aggiunge Olivier Peter, «poiché la Spagna investe sulla sua estradizione una campagna molto più ampia volta a dimostrare che il pugno di ferro contro l’indipendentismo basco si muove anche attraverso operazioni di criminalizzazione e carcerazione preventiva».

Una storia infinita, questa sembra l’odissea di Lander Fernandez Arrinda; ma intanto la macchina di solidarietà sembra aver scavalcato i confini romani. La lotta di Lander, come quella degli altri prigionieri politici baschi, sembra oggi aver stimolato l’interesse di associazioni e realtà politiche desiderose di implementarne il dibattito in una dimensione pubblica.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *