Nuovo processo in Turchia ad alti esponenti delle forze armate, e non solo. Ma questa volta i fatti contestati a ben 103 alti ufficiali dell’esercito turco, fra cui molti generali in pensione e un ex capo di stato maggiore, risalgono al 1997.
Quell’anno i militari capitanarono un golpe “morbido” attraverso il quale fu deposto il primo premier islamista della Turchia moderna, Necmettin Erbakan, vincitore delle elezioni ma costretto non solo a farsi da parte, ma anche a sciogliere il proprio partito, embrione di quello che qualche anno più tardi diventò poi il Partito della Giustizia e dello Sviluppo di Recep Tayyip Erdogan.
I 103 imputati sono finiti alla sbarra e il processo iniziato il 2 settembre potrebbe portare molti di loro ad una condanna all’ergastolo, dopo che un’analoga sorte è toccata ad alcuni loro commilitoni – ma anche a esponenti politici e giornalisti – al termine, un mese fa, del processo denominato Ergenekon, legato ad un presunto tentativo di golpe contro l’attuale primo ministro liberal-islamista Recep Tayyip Erdogan. Inoltre nel settembre del 2012 più di 300 fra ufficiali in servizio e in pensione dell’esercito erano stati condannati a pene fino a 20 anni di carcere per una presunta esercitazione militare del 2003 che avrebbe avuto finalità golpiste.
Le 1.300 pagine dell’istruttoria messe insieme dall’accusa accusano gli ufficiali di “aver rovesciato con la forza e aver complottato per rovesciare” un governo legittimamente eletto, chiedono per gli imputati l’ergastolo e promettono un dibattimento che durerà anni. Fra gli imputati, il generale Ismail Hakki Karadayi, che fu capo di stato maggiore fra il 1994 e il 1998 e l’allora comandante dell’Esercito, generale Erdal Ceylanoglu, accusati di aver inviato i carri armati nelle strade di Ankara nei giorni precedenti la deposizione di Erbakan. Ma alla sbarra sono finiti anche il deputato di destra (del Partito del Movimento Nazionalista MHP) Engin Alan e l’ex dirigente dell’Higher Education Board (YOK) Kemal Guruz.
La deposizione incruenta di Erbakan nel 1997 fu chiamata golpe “morbido” o anche “postmoderno”, perché i militari mostrarono i muscoli e al contempo agirono dietro le quinte con un ultimatum piuttosto che prendere con la forza il potere, come avevano invece fatto nel 1960, nel 1971 e nel 1980.
L’inizio del maxiprocesso è stato accolto da una protesta davanti alla sede del palazzo di Giustizia dei militanti del Partito del Lavoro (sinistra ultranazionalista) che ne hanno chiesto l’annullamento.
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