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Cile: gran folla alla marcia per i ‘martiri della dittatura’

Familiari dei prigionieri, dei condannati a morte e dei desaparecidos in prima fila, ieri a Santiago del Chile, nel quarantesimo anniversario del sanguinoso colpo di stato militare che l’11 Settembre del 1973 tolse di mezzo con la violenza il governo di sinistra di Salvador Allende e inaugurò un’epoca di terrore.

A tre giorni dal quarantesimo anniversario del golpe guidato da Augusto Pinochet Ugarte, circa 40 mila cileni hanno marciato ieri nelle vie della capitale del paese fino al Cimitero Generale. Convocata dall’Assemblea Nazionale per i Diritti Umani – un coordinamento tra decine di gruppi, associazioni e partiti politici – la tradizionale marcia ha visto quest’anno una grande partecipazione, ben 5 volte superiore rispetto allo scorso anno. La marcia – che quest’anno si svolgeva all’insegna dello slogan “Marcio con la tua faccia e porto il tuo progetto nella mia memoria” è partita alle 10 del mattino dal centro di Santiago e si è diretta verso nord, fino al Memoriale del Prigioniero Desaparecido e del Condannato Politico, che sorge all’interno del principale cimitero della città. Durante il percorso di quasi quattro chilometri il corteo ha anche sfiorato il palazzo della Moneda, la sede del governo dove il presidente Allende resistette armi in pugno ai militari fascisti fino all’ultimo momento e che fu bombardata dall’Aviazione golpista. I partecipanti alla manifestazione, quest’anno più che mai, mostravano cartelli con il volto di parecchie centinaia dei 3.214 prigionieri politici condannati a morte e giustiziati dalla dittatura fascista.

“Questa è una bella dimostrazione del fatto che questo paese non si è bevuto la storiella che ci hanno raccontato per anni e che non si tratta di un tema del passato. La verità, la giustizia, la memoria sono fondamentali per costruire un paese senza criminali e senza impunità” ha detto la presidente dell’Associazione dei Familiari dei Detenuti Spariti, Lorena Pizarro (figlia di un desaparecido), mettendo in luce l’adesione di nuovi gruppi sociali e politici alla marcia che ricorda e celebra i martiri del golpe militare. Altrettanto netta Alicia Lira, vicepresidente della stessa associazione: “Non vogliamo passare altri dieci anni a chiedere giustizia. Coloro che oggi chiedono perdono hanno aspettato 40 anni, e per 40 anni i familiari hanno chiesto notizie dei loro cari scomparsi (…) esigiamo atti concreti, non ci interessa una riconciliazione sulla base dell’impunità” ha detto la donna in riferimento alle dichiarazioni di pochi giorni fa di alcuni rappresentanti dell’associazione dei magistrati che si sono ‘scusati’ per la collaborazione accordata dai giudici alla repressione durante il regime dittatoriale.

Tutto si è svolto in maniera tranquilla finché, dopo il comizio finale, intorno alle 14 i Carabineros sono intervenuti con violenza contro i manifestanti, alcuni dei quali, col volto coperto, avevano eretto una barricata davanti all’ingresso principale del Cimitero. Ne sono scaturiti scontri che sono durati circa un’ora, finché lacrimogeni e manganelli non sono riusciti ad avere la meglio sui circa 300 manifestanti che resistevano alle cariche. Secondo il bilancio fornito dal comando della Polizia Militare – da prendere con le molle vista la continuità di questo organo repressivo con l’ideologia e con i gerarchi del regime di Pinochet –  alla fine si sono contati 31 arrestati, dei quali 15 minorenni, e molti feriti, tra i quali anche 10 carabinieri.

Giovedì scorso a riempire le strade di Santiago erano stati migliaia di studenti delle scuole superiori e delle Università, scesi in piazza per l’ennesima volta per manifestare a favore di una riforma del sistema educativo che garantisca un’istruzione gratuita e di qualità. E che cancelli il sistema varato durante il regime di Pinochet, ancora in vigore, che impedisce alla maggior parte dei giovani cileni di laurearsi, se non a costo di enormi sacrifici economici e di un indebitamento che favorisce le banche e le oligarchie finanziarie. Ben 20 mila, secondo i Carabineros, i manifestanti, probabilmente molti di più, sostenuti anche da delegazioni delle associazioni degli insegnanti e dei genitori, che sono partiti da Plaza Italia e sono arrivati fino alla Stazione Mapocho, gridando slogan contro il governo di destra di Sebastian Pinera ma anche contro un centrosinistra quanto mai arrendevole in tema di riforme democratiche.

                         

La galleria fotografica: http://www.biobiochile.cl/2013/09/08/organizaciones-conmemoran-el-golpe-de-estado-marchando-por-las-calles-de-santiago.shtml#!/image/29194

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