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“Que se lixe a troika!”. Portogallo ancora in piazza

Continua la protesta contro le misure adottate dal governo del partito socialdemocratico (destra) del Portogallo, in adempimento delle misure imposte da BCE e FMI.
A una settimana dalla marcha do Ponte do 25 de Abril, quando decine di migliaia di persone hanno occupato i ponti portoghesi, ieri i comitati anti-Troika sono scesi di nuovo nelle piazze delle 14 città maggiori del Portogallo. A mobilitare migliaia di persone, questo sabato, non è stato il sindacato, che pure ha partecipato alla mobilitazione, ne le varie realtà politiche della sinistra anticapitalista portoghese, comunque anche loro presenti, bensì un comitato di cittadini, nato nel settembre del 2012 su pochi e chiari punti politici: per le dimissioni del governo di Coelho e contro i diktat imposti dalla Troika.. in altre parole, contro questo sistema di potere e contro questa sistema – Europa.
Lo slogan di propaganda “Não há becos sem saída” ossia “non ci sono vicoli ciechi” porta alla luce una questione fondamentale per il superamento della crisi: non esiste un’unica via d’uscita dalla crisi, non è l’unica forma di sopravvivenza economica, la via che prevede il taglio dei salari e della spesa sociale, l’aumento delle pensioni e la privatizzazione dei servizi! Occorre ripensare un nuovo sistema, occorre mettersi in gioco e organizzare la lotta per la conquista di un futuro dignitoso. Il Portogallo, già martoriato da una situazione di crisi produttiva ed economica, sottopone ora i lavoratori a misure di austerità che andranno a incidere in modo massacrante sulla popolazione. “Que se lixe a Troika” nasce dalla necessità di “prendere parola”, per non restare in silenzio e cedere senza combattere. “L’aiuto economico che ci è stato dato ha portato l’attuazione di misure politiche devastanti che hanno portato all’aumento esponenziale della disoccupazione, dell’insicurezza, della povertà e delle disuguaglianze sociali, alla svendita della maggior parte dei beni dello Stato, a tagli compulsivi in materia di sicurezza sociale, istruzione, sanità e cultura in modo che tutti i soldi siano canalizzati a pagare e ad arricchire chi specula sul debito sovrano. Dopo anni di austerità sotto intervento esterno, le nostre prospettive, le prospettive della maggior parte delle persone che vivono in Portogallo, stanno peggiorando”. Questa è la premessa su cui nasce il comitato, che oggi mobilita migliaia di persone, attivisti e militanti ma anche lavoratori “senza partito”: gente stanca di tagli e che non ha piu intenzione di pagare un debito che non gli appartiene.
“Grecia, Spagna, Italia, Irlanda, Portogallo, i paesi in ostaggio della Troika e della speculazione finanziaria perdono la sovranità e si riducono come tutti i paesi ai quali la troika impone questo regime di austerità”.
Il comitato chiede al governo portoghese le dimissioni, e di più.. chiede un atto di sovranità al governo stesso, e come prospettiva la possibilità per il popolo di decidere con un referendum se accettare o meno i diktat e le misure imposte dall’Unione Europea.

Il corteo di ieri era caratterizzato dagli stessi slogan lanciati la settimana scorsa: “Fuori l’FMI dal Portogallo” “E’ questa l’ora che il governo vada fuori” “Non un passo indietro”. Dal palco, le testimonianze di educatori, professori e rappresentanti dei lavoratori, disegnano la volontà di questo popolo di non piegarsi, e la necessità di lottare non per se stessi, ma per il bene di tutti. “Serve un altro 25 d’aprile” gridano in molti, a dimostrazione che il ricordo della liberazione dal fascismo è ancora vivo nella popolazione. “Questo governo si sta comportando da fascista, mai piu il fascismo.. vogliamo un altro 25 aprile!”.

Insomma, sembra che anche in Portogallo si preannunci un fine autunno pieno di scioperi e iniziative che metteranno in campo una nuova politica e una rinnovata determinazione contro le misure di austerity imposte da Bruxelles e Francoforte.

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