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Israele ferma ed espelle il regista Pietro Floridia

Israele ha paura anche del teatro? Pare proprio di si, visto quello che pochi giorni fa è capitato a Pietro Floridia, regista e fondatore del Teatro dell’Argine che ha sede all’Itc Teatro di San Lazzaro di Savena (in provincia di Bologna).

Il 5 novembre scorso Floridia era partito per la Palestina con l’obiettivo di realizzare il progetto “Alone we Stand” di Al-Harah Theater (Palestina), Teatro dell’Argine e Oxfam Italia, co-finanziato dalla Commissione Europea, incentrato sul tema della “solitudine femminile” e sulle possibilità di cambiamento del ruolo sociale della donna attraverso il teatro.
Ma atterrato all’aeroporto di Tel Aviv, il regista è stato bloccato ed interrogato per ben 8 ore dalla polizia israeliana durante la notte tra il 5 e il 6 novembre, perché sul suo passaporto aveva visti di paesi “non graditi” a Tel Aviv e perchè stava andando a lavorare con una compagnia teatrale palestinese. Dopo le otto ore di interrogatorio al regista è stata notificata l’espulsione da Israele per cinque anni. Se dovesse violare il provvedimento di espulsione Floridia verrebbe arrestato e rischierebbe di scontare un anno di carcere in Israele. “Sono stato fermato, interrogato ed espulso. Forse perchè avevo sul passaporto i timbri di Libano ed Iran. Mi hanno chiesto il visto di lavoro per Israele, e quando ho risposto che andavo a lavorare in Palestina mi hanno risposto che non c’è Palestina, c’è solo Israele” racconta lo stesso regista di San Lazzaro. Il regista si dice convinto del fatto che “Il controllo sulla Palestina avvenga non solo militarmente, ma anche isolando coloro che possono raccontare la storia in un altro modo” e cita l’intellettuale palestinese-statunitense Edward Said: “L’egemonia non passa soltanto attraverso il controllo militare ed economico, ma anche attraverso la costruzione di un’opinione pubblica.”
Nonostante l’espulsione Floridia non si dà per vinto e annuncia che proverà a dirigere il lavoro a distanza tramite skype.

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