Dopo il fallito attentato al palazzo Dolmabahce di pochi giorni fa ieri un nuovo attacco ha preso di mira un commissariato a Istanbul.
Ancora relativamente confusa la dinamica dei fatti. Ieri pomeriggio poco dopo le 15 una ragazza che aveva con sè alcuni ordigni si è fatta esplodere all’ingresso di un commissariato di Polizia vicino a Santa Sofia e alla Moschea Blu, nel quartiere di Sultanahmet, la zona più turistica della metropoli sul Bosforo.
Ha raccontato Vasip Sahin, il governatore della regione di Istanbul, alla tv CNNTürk: “Una donna ha fatto esplodere una bomba che aveva indosso nel commissariato della Polizia Turistica dopo essere entrata denunciando che aveva perso il suo portafoglio”. Secondo le testimonianze la donna ha parlato solo in inglese e l’attentato sarebbe parzialmente fallito, perché la donna “si è fatta esplodere prematuramente prima di entrare nell’edificio della polizia, in quanto le guardie all’ingresso le hanno impedito di entrare”. Inoltre solo una delle bombe sarebbe esplosa, mentre altre due sarebbero state poi disinnescate da parte degli artificieri.
Dopo l’esplosione dell’ordigno – che ha causato la morte della donna e il ferimento di due agenti, uno dei quali poi è deceduto nell’ospedale dove era stato ricoverato – i testimoni raccontano di aver udito almeno due colpi di arma da fuoco, probabilmente esplosi dagli altri poliziotti. In seguito all’attentato tutto il quartiere è stato militarizzato e il governatore ha deciso la sospensione per alcune ore del funzionamento dei trasporti pubblicinella zona.
Se all’inizio non era chiara la matrice dell’attentato, anche perché l’attentatrice indossava il niqab (la versione integrale del velo islamico), in seguito è giunta la rivendicazione da parte di un’organizzazione rivoluzionaria marxista, il Dhkp-c – Partito/Fronte rivoluzionario popolare di liberazione – che una settimana fa ha già rivendicato il fallito attacco contro l’ex palazzo imperiale a pochi passi dall’ufficio del primo ministro Davutoglu, in un altro quartiere della sponda europea di Istanbul: un uomo aveva gettato due granate contro gli agenti di guardia che però non erano esplose prima di essere arrestato.
Secondo le autorità la donna autrice dell’attacco si chiamava Elif Sultan Kalsen, una veterinaria di 37 anni.
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