Il sindacato greco del pubblico impiego Adedy e quello degli enti locali Poe-Ota hanno deciso ieri di proclamare uno sciopero di 24 ore per mercoledì, giornata in cui il parlamento di Atene dovrà votare le nuove misure di austerità imposte dall’Eurogruppo e dal Fondo Monetario Internazionale in cambio di un nuovo prestito su tre anni.
“Indiciamo uno sciopero di 24 ore, in occasione del voto sull’accordo anti-popolare, e una manifestazione alle 19 (le 18 in Italia) su piazza Syntagma”, nel centro di Atene, afferma l’Adedy in un comunicato. Quello di domani sarà il primo sciopero generale indetto dall’arrivo al potere della sinistra dopo la vittoria di Syriza alle elezioni del 25 gennaio.
Durante la giornata di oggi l’Adedy ha fatto appello ai suoi affiliati affinché realizzino assemblee pubbliche e nei posti di lavoro e ad occupare gli edifici pubblici in segno di protesta contro il terzo memorandum, in particolare contro l’aumento dell’età pensionabile, l’aumento dei contributi previdenziali, lo stop ai prepensionamenti e la cessazione degli aiuti statali ai pensionati più poveri.
Militanti e sezioni sindacali del settore privato, delle università, insieme ad alcune organizzazioni giovanili e studentesche stanno lanciando mobilitazioni e appuntamenti di lotta in occasione del dibattito parlamentare. L’appello delle organizzazioni della sinistra popolare e radicale – compresi alcuni pezzi di Syriza in rottura con la segreteria del partito – invitano a realizzare uno sciopero “attivo” e “sociale”, manifestando nelle strade per mandare un segnale inequivocabile tanto al primo ministro quando ad Angela Merkel e ai burocrati dell’Unione Europea.
Inoltre in Grecia tutte le farmacie rimarranno chiuse in segno di protesta contro l’accordo capestro raggiunto tra il governo di Alexis Tsipras e l’Unione europea. In un comunicato l’Associazione dei farmacisti panellenici contesta la norma che consente la vendita dei farmaci da banco nei supermercati e le nuove norme che permettono l’apertura di nuove farmacie. Nella nota l’associazione ha condannato ”le misure concordate che considerano le farmacie come semplici imprese commerciali, la salute come merce di scambio e le medicine come un comune prodotto di consumo”.
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