Il Dipartimento della Pubblica istruzione della regione russa di Sverdlovsk ha chiesto nei giorni scorsi alle biblioteche locali di ritirare dai loro scaffali le opere sulla Seconda Guerra Mondiale realizzati dagli storici britannici John Keegan e Anthony Beevor, accusandoli di “propaganda nazista”. Sulla base del provvedimento, scuole e università della regione dovranno inoltre adottare i necessari provvedimenti per “verificare la disponibilità” delle opere in questione e “restringerne l’accesso agli studenti e ai professori”. Secondo le autorità infatti sia Keegan – scomparso nel 2012 e considerato uno dei più insigni storici militari di ogni tempo – che il suo allievo Beevor “si fanno portatori degli stereotipi sui russi creati dal Terzo Reich”, in particolare per quanto riguarda la questione delle violenze commesse dall’Armata Rossa nei confronti dei civili tedeschi. Proprio uno degli ultimi libri di Beevor, intitolato “La caduta di Berlino”, aveva suscitato forti critiche in Russia in occasione della sua pubblicazione nel 2002: già allora Mosca lo accusava di calunniare i militari sovietici e di resuscitare l’immagine coniata dalla propaganda nazista delle “orde asiatiche” all’assalto dell’Europa civilizzata. Come aggravante agli occhi delle autorità della regione russa, i libri dei due storici sono pubblicati in Russia dalla fondazione Open Society, di proprietà del miliardario statunitense George Soros e accusata – non a torto – da Mosca di interferenza negli affari interni russi, tanto da essere stata inclusa nel “lista nera” di cui la Duma ha chiesto la messa al bando nello scorso luglio.
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