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Formazione e lavori forzati per i giovani britannici disoccupati

Bisogna dare atto ai conservatori inglesi, eredi diretti di Margaret Thatcher, di essere coerenti. Vere carogne, e pure coerenti…

Prendiamo ad esempio l’ultima idea partorita dalle ferventi menti convinte che se c’è la disoccupazione è colpa dei disoccupati, specie se giovanissimi. Si chiama Intensive Activity Programme, ed è niente altro che un programma di formazione. Dov’è la novità? In primo luogo che è concepito come un corso quasi militare (“intensive”), tanto da essere “obbligatorio”. Secondariamente, che non è previsto alcun insegnamento mirato a migliorare le “competenze” possedute dai giovani che non trovano lavoro.

La prima parte dell’idea è infatti eliminare l’assegno di disoccupazione (Jobseekers’ Allowance) previsto per i giovani tra i 18 e i 21 anni, esile residuo del glorioso welfare britannico. 70 sterline a settimana (80 euro). Chi non partecipa all’”addestramento”, o non lo segue con sufficiente impegno, non li riceverà più.

L’ideatore é Matt Hancock, deputato conservatore messo perciò alla guida di uno staff governativo denominato “Earn or Learn” (guadagna o impara). Ma, dicevamo, chi frequenterà il corso non imparerà nulla di più di quel che già sa fare. In quelle 71 ore obbligatorie, infatti, verrà insegnato a stendere un curriculum, a cercare un lavoro, a sostenere un colloquio di lavoro, a “valorizzare le proprie competenze”, magari a vestirsi bene in occasione del colloquio… In una parola, a “vendersi meglio” sul mercato.

Lasciamo da parte i forti dubbi (per essere eufemistici) sulla possibilità che la disoccupazione giovanile possa diminuire anche solo di uno zero virgola in questo modo (se i posti di lavoro non vengono creati, né dalle imprese private né dallo Stato, puoi cercare di venderti come ti pare, ma i posti disponibili sono sempre quelli). Concentriamoci invece sull’idea di mondo che sostiene queso “programma”.

Spiega Hancock, illustrando l’iniziativa, che “ora non ci sono più scuse” per non trovare un’occupazione, perché “chi é giovane e disoccupato dovrebbe passare tutto il suo tempo a cercare lavoro, altrimenti sfrutta lo Stato. Non si tratta di penalizzare nessuno, ma di dare maggiore sostegno ai giovani. Chi rispetta le regole non perderà i sussidi”.

Tutto chiaro? “Il lavoro c’è”, anche se nessuno se ne accorge; solo che non viene cercato perché intanto lo Stato ti dà 80 euro a settimana… Se lo Stato non ti dà più neanche quella mancia, e soprattutto ti obbliga a imparare a essere più “vendibile”, vedrete che il lavoro verrà fuori…

Un delirio, senza mezzi termini, peraltro coerente con l’idea thatcheriana che “la società non esiste, esistono solo gli individui”. Ma un delirio che ne prepara uno anche peggiore. Il governo di mr. Cameron, infatti, oltre ad abolire completamente il mini-sussidio di disoccupazione intende varare una “youth allowance”. Cos’è? Nulla di nuovo, per noi italici: lavoro gratuito, non retribuito, per attività “socialmente utili” (loro non hanno l’Expo, quest’anno). I giovani disoccupati da più di sei mesi saranno dunque letteralmente messi ai lavori forzati, senza alcuna retribuzione e presumibilmente senza neanche il vitto.

Ridateci la schiavitù, per favore. A quel tempo, siccome ci avevate comprati “sul mercato”, eravate costretti a mentenerci in vita per non svalutare il capitale speso…

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