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I volenterosi amici dei torturatori israeliani

E’ difficile smentire un filmato girato in presa diretta, dove un soldato israeliano armato e col passamontagna insegue un bambino palestinese di 12 anni, per di più con un braccio ingessato, la prende per il collo, lo sbatte sui massi e piacevolezze del genere per lunghi minuti.

E’ difficile, ma qualche volenteroso complice di un torturatore si trova sempre. Sottoponiamo perciò alla vostra attenzione questo lancio dell’agenzia Ansa, la “matrice” da cui quasi tutti i giornalisti apprendono una notizia e la “inquadrano” dentro un certo contesto.

Noterete che, riprendendo un articolo altrettanto infame del britannico Daily Mail, il video viene definito “controverso”, come se ci potesse essere un equivoco di fondo su quello che si vede.

Si parla di “provocazione palestinese”, come se qualcuno avesse buttato il bambino addosso al “povero soldato” che, non sapendo come reagire alla “provocazione”, fa quello che fa avendo una qualche “giustificazione”.

Non basta. Intervengono diverse donne palestinesi, tra cui una ragazzina di 15 anni. La quale cerca come altre donne di sottrarre il bambino alla morsa strangolatrice del soldato israeliano. Il quale perde la testa, tira cazzotti, brandisce il fucile mitragliatore mentre siede sul corpo del bambino. La ragazzetta ha ovviamente una famiglia e una storia. E quindi se la sua famiglia è di “attivisti”, diventa giocoforza “ovvio” che se la vanno a cercare, no?

Peggio. La ragazza è stata protagonista di altre proteste antioccupazione militare, tanto da guadagnarsi un riconoscimento internazionale. Quindi, fa capire l’ignoto estensore del testo che dovrà influenzare tutta la stampa nazionale, non dovete commuovervi vedendo la violenza che subisce, perché gli “attivisti palestinesi”, ancorché minorenni e di sesso femminile, “meritano” di essere trattati in quel modo. Se poi, addirittura, mentre il soldato le tira un cazzotto, la ragazzina morde la mano che la picchia, ecco che – come fate a non capirlo – si dimostra che è la ragazza la vera “violenta”. Non il soldato, no?

Anzi, tutta la sequenza sarebbe una messinscena dei palestinesi, autori di una “aggressione” nei confronti del “povero soldato”.
Si prosegue dunque ironizzando sulla ragazza, utilizzando a piene mani le informative dell’esercito occupante.

Ci sembra dunque utile proporvi sia il video che il lancio Ansa, perché possiate liberamente trarre le vostre conclusioni sull’attendibilità di questo modo di fare disinformazione.

Un controverso video sulle violenze in Cisgiordania, diventato virale sul web, scatena le polemiche.
    Nelle immagini, un ragazzino palestinese con un braccio ingessato viene bloccato duramente da un soldato israeliano, nel villaggio di Nabi Saleh, in Cisgiordania. Poco dopo, un gruppo di palestinesi, incluse diverse donne e una ragazzina si scagliano sul militare, aggredendolo. La giovane, di circa 15 anni, finisce col mordere il soldato.

    A questo punto, il comando israeliano decide di soprassedere e sospendere il fermo del ragazzino, di cui in precedenza era stato deciso l’arresto, “perché lanciava sassi contro i militari”. Il tutto si è svolto davanti a operatori e fotografi dei media internazionali.

    Il britannico Daily Mail, pubblicando foto e video della vicenda esprime “dubbi” sull’autenticità della scena, e accusa i palestinesi di “aver orchestrato” l’aggressione.

   In particolare, si spiega, la ragazzina che morde il soldato a una mano “è Ahed Tamimi” la teenager ribattezzata nel 2012 la “piccola pasionaria” palestinese, quando divenne celebre per essere stata ripresa mentre si lanciava a pugni chiusi contro una pattuglia israeliana in Cisgiordania. Tanto celebre che il presidente turco Recep Tayyp Erdogan le consegnò il ‘Premio Handala’ per il coraggio.

    E’ figlia di attivisti palestinesi nel villaggio di Nabi Saleh, “in passato finiti in carcere per aver istigato i giovani a lanciare pietre contro i soldati e organizzare marce senza permesso”, scrive ancora il Daily Mail. I blogger israeliani l’hanno ribattezzata “Shirley Temper”, ‘Shirley la furia’, e la definiscono una “Pallywood star”, un termine coniato da Richard Landes per descrivere le presunte manipolazioni dei media da parte palestinese.

    Il portavoce dell’Esercito israeliano ha confermato che la vicenda si è svolta nell’ambito di violenti scontri, e che il ragazzino con il braccio rotto lanciava sassi contro i militari.
    Dopo l’intervento delle donne e della ragazzina, “è stato deciso di non procedere al fermo”. 

 

Leggi: Filmava aggressione contro un bambino palestinese, arrestato attivista italiano

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1 Commento


  • Franco Isman

    Premetto che sono duramente critico nei confronti della politica del governo di Israele, in particolare che considero assolutamente ingiustificabile l’assassinio di migliaia di civili provocati dai bombardamenti a Gaza nelle due successive invasioni del 2009 e 2014.
    Per contro è indecente definire Israele “cosiddetto stato ebraico” come fate nell’articolo.
    Sono stato con altri amici a Nabi Saleh martedì 24 agosto, pochi giorni prima dell’episodio, proprio ospite della famiglia di attivisti palestinesi coinvolta.
    Ci hanno parlato il padre, la madre, la bella ragazzina bionda ed una sorellina più piccola; quest’ultima era evidente che non poteva che aver imparato a memoria quello che diceva ed anche Ahed Amini sembrava recitare la parte.
    Ma veniamo al filmato che a me sembra una assoluta bufala.
    – Ho visto numerosi soldati israeliani ai posti di blocco: mai soli, sempre pesantemente armati con elmetto, giubbetto antiproiettile, zaino e altre armi mentre il tapino del filmato ha soltanto il mitra;
    – Quando tutto solo ha bloccato il ragazzino, con tutti pronti a filmarlo, vi sembra davvero possibile che assalito da tre o quattro donne inferocite si sia lasciato sopraffare senza sparare nemmeno un colpo in aria ?
    – E vi sembra possibile che gli altri soldati, che non potevano non essere a breve distanza, non siano piombati in suo sostegno in tempi brevissimi ? E nemmeno abbiano sparato una raffica di mitra in aria (infatti nel sonoro del filmato non si sente). Quando alla fine è intervenuto un altro “soldato” questo invece di appoggiare il commilitone lo ha portato via.
    – Oltre al filmato ci sono alcune fotografie, vere e proprie pose, con Ahed che guardando la macchina fotografica morsica la mano al “soldato”.
    Per me è un falso evidente.
    Interessante anche il filmato di un paio di anni fa ( https://www.youtube.com/watch?v=ax-Jk2iJL0k ) con la stessa Ahed più piccolina che nei primissimi fotogrammi aspetta il ciak e poi martella di pugni il giovane soldato (questo vero) che la guarda quasi divertito e non reagisce.

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