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Tribunale dell’Aja: assolto a sorpresa il nazionalista serbo Vojislav Seselj

Dopo aver condannato il 24 marzo scorso il primo presidente della Repubblica serba di Bosnia, il 71enne Radovan Karadžič, a 40 anni di reclusione per crimini di guerra, il Tribunale penale internazionale dell’Aja per l’ex Jugoslavia (Tpi) ha assolto ieri in primo grado il leader ultranazionalista serbo Vojislav Seselj, dichiarandolo non colpevole per nessuno dei nove capi di imputazione. “Da oggi Vojislav Seselj è un uomo libero”, ha detto il presidente del Tpi Jean Claude Antonetti. Seselj era accusato di crimini di guerra e contro l’umanità commessi contro le popolazioni croata e bosniaco-musulmana negli anni 1991-1993, durante la guerra fratricida che mandò in pezzi la Jugoslavia.

Seselj, tuttora leader del Partito radicale serbo, ieri non era presente in aula alla lettura della sentenza. Si trova infatti a Belgrado dove nei mesi scorsi gli è stato consentito di tornare per ragioni di salute, e ha sempre rifiutato di tornare all’Aja in occasione della sentenza, così come richiesto dai giudici, non riconoscendo l’autorità della corte internazionale.

Seselj, all’epoca comandante di una milizia paramilitare che portava il suo nome, era accusato tra l’altro di aver appoggiato piani di torture, deportazioni, maltrattamenti e altri crimini compiuti dalle forze serbe contro croati, musulmani bosniaci e la popolazione di origine ungherese della Voivodina (nord della Serbia) durante le guerre degli anni novanta.

Ma per i giudici del Tpi il caso presentato era pieno di “confusione” e di “ambiguità” e i pm non hanno chiarito il contesto più ampio in cui si sono svolti gli eventi in Croazia e in Bosnia. Secondo la corte l’accusa ha dato “al massimo un’interpretazione che nasconde il modo in cui si sono svolti i fatti e nel caso peggiore li distorce in relazione alle prove presentate alla camera”, ha spiegato il giudice che presiede il tribunale, Jean-Claude Antonetti.

La procura, che aveva chiesto una condanna di almeno 28 anni di carcere, ha ora diritto a presentare ricorso e in effetti il procuratore capo del Tribunale internazionale per i crimini della ex Jugoslavia, Serge Brammertz, ha già annunciato di voler fare appello.

Le reazioni degli esperti in Serbia sono tuttavia di grande sorpresa per l’assoluzione di Seselj, mentre da Bosnia e Croazia (i cui governi e le cui forze armate all’epoca si macchiarono di numerosi crimini di guerra al pari di quelli della parte serba) continuano ad arrivare reazioni di sdegno per la sentenza favorevole a Seselj. Che peraltro, nonostante abbia scontato il carcere per molti anni a partire dal febbraio del 2003, quando si consegnò spontaneamente al Tribunale dell’Aja, non ha ora neanche il diritto di chiedere alcun risarcimento né al Tpi né al governo serbo.

Seselj ha dichiarato, dal suo domicilio in Serbia dove si trova dal 2014 per ricevere le cure contro il cancro da cui è affetto, che i giudici “hanno dimostrato che la loro professionalità e il loro onore è al di sopra di qualsiasi pressione politica” e hanno emesso “l’unico verdetto possibile”. “Questa volta, dopo tutti i processi che hanno accusato serbi innocenti che hanno ricevuto sentenze draconiane, due giudici si sono mostrati degni di onore e giusti”, ha commentato il leader ultranazionalista.

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