Ieri in Grecia ennesima giornata di scioperi e manifestazioni contro il governo Tsipras e i diktat dell’Unione Europea che pretende nuovi tagli in cambio della concessione di prestiti all’esangue esecutivo ellenico.
Il governo greco sta negoziando con i creditori tagli per oltre 5 miliardi di euro, quasi 2 miliardi dei quali relativi alle pensioni, mentre il tasso di disoccupazione è di nuovo salito toccando quota 24,4%.
In particolare la mobilitazione di ieri è stata indetta contro la riforma fiscale e quella delle pensioni – che implica un aumento dei contributi e dell’età pensionabile e una diminuzione degli assegni di chi andrà in pensione nei prossimi anni – ed ha coinvolto diversi settori del mondo del lavoro.
I controllori di volo hanno scioperato per 24 ore obbligando le autorità aeroportuali e le varie compagnie aeree a cancellare molte centinaia di voli in arrivo e in partenza dagli scali ellenici. Anche i media hanno aderito alla protesta. Per 24 ore hanno scioperato anche gli impiegati pubblici di tutto il paese rispondendo all’appello del sindacato Adedy, bloccando ministeri, scuole e ospedali. Una manifestazione che ha visto la partecipazione di alcune migliaia di lavoratori, studenti e attivisti di varie organizzazioni della sinistra radicale si è tenuta nella tarda mattinata di ieri nel centro di Atene.
“Se il governo vuole può trovare i soldi per le pensioni – ha detto una pensionata di Atene all’agenzia di stampa Euronews – Non deve piegarsi ai creditori e deve smettere di pagare il debito, invece di continuare a tartassare le persone che lavorano”.
“La gente aveva riposto tutte le proprie speranze nel governo Syriza – ha spiegato sconsolato un lavoratore della capitale greca – Ora purtroppo, i greci si rendono conto che fa quello che hanno fatto tutti i governi precedenti”.
I manifestanti hanno chiesto il ritiro delle pesanti misure di austerity implementate dal governo di coalizione tra Syriza e Anel sulla base del terzo memorandum firmato da Alexis Tsipras nel luglio dell’anno scorso, quando il primo ministro capitolò di fronte al ricatto della troika nonostante avesse ricevuto un chiaro mandato in senso contrario dalla vittoria netta dei ‘no’ nel referendum celebrato qualche giorno prima.
Intanto circa 400 persone proseguono da sabato scorso la loro marcia di 220 chilometri da Patrasso ad Atene per protestare contro l’elevato livello di disoccupazione nella città portuale greca che raggiunge quota 30%. Con a capo il sindaco di Patrasso Kostas Peletidis, i marciatori hanno già percorso 150 chilometri all’insegna dello slogan “Diritto al lavoro, lavoro per tutti”.
Ieri mattina i manifestanti sono ripartiti da Corinto, che si trova a circa 80 chilometri dalla capitale ellenica, dove arriveranno nel pomeriggio di domenica prossima per partecipare a una grande manifestazione convocata in Piazza Syntagma. L’obiettivo è richiedere al governo “incentivi agli investimenti e la creazione di posti di lavoro” a Patrasso dove la disoccupazione giovanile ha superato abbondantemente il 50%.
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