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Il Brasile adotta il vaccino cinese, nonostante Bolsonaro

E’ partita da ieri nel più grande paese latinoamericano la somministrazione del CoronaVac il vaccino cinese contro il Covid 19. Ed partita nonostante l’ostracismo del presidente Jair Bolsonaro, che spingeva per altri vaccini. In Brasile i contagiati sono saliti a 7.318.821 e i morti per coronovirus sono arrivati a 188.259.

Al momento quello cinese risulta l’unico disponibile in Brasile contro il Covid-19 e l’autorizzazione all’uso di emergenza varata domenica dall’Agenzia nazionale di vigilanza sanitaria brasiliana (Anvisa), lo ha automaticamente reso operativo nella campagna di vaccinazione. La riunione dell’autorità sanitaria brasiliana è durata cinque ore, è stata trasmessa in diretta ed ha visto i cinque membri esprimersi all’unanimità su questa decisione.

Qualche dubbio ancora persiste. L’istituto brasiliano Butantan – partner dei cinesi – aveva riferito che il CoronaVac presentava un’efficacia pari al 50,38 per cento dei casi, un valore nettamente inferiore a quello annunciato nei test svolti in altri paesi.

Al tempo stesso, secondo Butantan, la somministrazione del vaccino ha garantito che il 78 per cento del campione non denuncia sintomi lievi o gravi ed ha escluso, al 100 per cento, la morte. La casa farmaceutica cinese ha risposto affermando che i “risultati dei test clinici di fase 3 sono sufficienti a provare che la sicurezza e l’efficacia del vaccino sono buone in tutto il mondo”.

Era il 20 ottobre quando il ministro della Salute, Eduardo Pazuello annunciava ai governatori dei vari stati brasiliana la firma di un memorandum di intesa per l’acquisto di 46 milioni di dosi. Ma il presidente Bolsonaro il giorno dopo, in grande sintonia con Trump, aveva costretto il suo ministro a fare marcia indietro.

Il governatore dello stato di San Paolo, Joao Doria, un tempo alleato di Bolsonaro, aveva stretto da tempo accordi con la Cina per importare le prime dosi di vaccino, ed aveva attivato l’istituto Butantan per proseguirne la produzione in Brasile. Nonostante lo stop di Bolsonaro, Doria ha deciso di tirare dritto e promesso di usare il farmaco cinese per immunizzare tutti gli abitanti del suo stato a partire dal 25 gennaio.
Dopo il via libera all’unanimità del direttivo dell’Anvisa, anche altri governatori hanno seguito quello dello stato di San Paolo.

L’Anvisa aveva anche autorizzato l’uso in emergenza di due milioni di dosi del farmaco AstraZeneca richiesti dalla Fondazione Oswaldo Cruz (Fiocruz), che conta di produrre il farmaco presso il laboratorio Bio-Manguinhos di Rio de Janeiro.

Le scorte del vaccino sarebbero però dovute arrivare dall’India il 20 gennaio (Bolsonaro aveva tentato anche di anticipare i tempi della fornitura), in base a un accordo tra i due paesi. Ma l’operazione si è però arenata perché gli accordi stretti dalle case farmaceutiche con sede in India hanno bisogno del visto del governo indiano per l’esportazione del prodotto. E’ successo che il governo del primo ministro Narendra Modi, sembra volersi prima assicurare un numero sufficiente di dosi per uso interno e il Brasile dovrà aspettare ancora per avere il vaccino AstraZeneca.

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