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Libia. Elezioni in salita. Escluso figlio di Gheddafi, sentenza di morte contro Haftar

L’Alta commissione elettorale nazionale della Libia ha accolto le candidature di 73 persone sulle 98 presentate nella verifica preliminare dei candidati alle elezioni che si svolgeranno nel paese alla fine del prossimo 24 dicembre.

Ma sulle esclusioni dalle candidature si stanno verificando episodi destinati a mettere in fibrillazione un processo elettorale che solo le cancellerie occidentali possono immaginarsi come “normale”.

Infatti è stato escluso Saif al Islam Gheddafi, secondogenito del defunto leader libico, che diversi sondaggi indicavano con buone possibilità di riuscita. Ma poi c’è stato il tribunale militare della città di Misurata in Libia è andato ben oltre emettendo una condanna a morte per il comandante dell’Esercito nazionale libico, il generale Khalifa Haftar anche lui candidato alle elezioni.

La sentenza è stata emessa contro Haftar e altri sei ufficiali, in un caso relativo all’attentato all’Air Defense College della città, ordinando la loro espulsione dal servizio militare e la privazione dei loro diritti civili. Il tribunale ha incaricato il dipartimento di polizia militare per eseguire immediatamente la sentenza, in conformità con la legge di procedura penale militare.

Superfluo segnalare che la decisione della Corte marziale di Misurata appare fortemente politica ed è destinata a suscitare aspre polemiche nel Paese che si aggiungono alla bocciatura della candidatura di Saif al Islam Gheddafi.

Ma i motivi di tensione in Libia sembrano non essersi esauriti. L’agenzia Nova riferisce che la sede della Corte d’appello di Sebha, il capoluogo della regione autonoma libica del Fezzan, è stata oggetto oggi di “un attacco armato da parte di un gruppo fuorilegge”. L’attacco è stato confermato dal ministero della Giustizia del Governo di unità nazionale (Gun).

I membri del gruppo “hanno estratto le armi, minacciato, intimidito e cacciato coloro che si trovavano all’interno del tribunale, terrorizzando magistrati, dipendenti e cittadini”. La nota del dicastero non fa riferimento ad eventuali vittime o feriti nell’attacco ma si sottolinea la necessità di preservare la magistratura ovunque si trovi in Libia, soprattutto in un momento in cui si cerca di rendere il Paese sicuro e stabile. In precedenza, alcuni organi di stampa di Tripoli avevano riferito che uomini armati affiliati al generale Khalifa Haftar avevano fatto irruzione nella sede del tribunale di Sebha, nel sud della Libia, interrompendone i lavori. La nota del ministero non precisa l’affiliazione o l’origine del gruppo, definito soltanto “fuorilegge.

 

 

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