Menu

Elezioni presidenziali in Colombia: una possibilità storica

Oggi si terrà il ballottaggio per le elezioni presidenziali in Colombia. Il responso delle urne del 29 maggio non aveva visto infatti nessuno degli sfidanti raggiungere il 50% più uno dei voti.

Quel primo turno aveva confermato l’exploit del Pacto Histórico alle elezioni politiche in cui la formazione era risultata la più votata al Senato, e la seconda alla Camera.

Gustavo Petro, il candidato presidente del PH,  3 settimane fa ha ottenuto più del 40%, mentre l’outsider di estrema destra, Rodolfo Hernȧndez, poco più del 28% dei consensi.

Petro, insieme alla candidata alla vice-presidenza, Francia Màrquez, potrebbero essere i primi presidenti eletti per una coalizione progressista nella travagliata storia colombiana.

Le elezioni politiche ed il primo turno delle presidenziali hanno sancito la crisi di legittimità dell’establishment politico del paese latino-americano, che ha tirato fuori dal cappello l’ipotesi Hernȧndez come exit strategy solo alcune settimane prima del voto.

Miliardario, imprenditore edile, ex sindaco eletto con il consenso del sistema di potere uribista, si è presentato come leader di una presunta lega anti-corruzione, nonostante debba essere giudicato proprio per corruzione, rischiando anche parecchi anni di carcere.

Il 77enne Hernàndez, ex-sindaco di Bucaramanga, si è caratterizzato per una retorica populista “anti-corruzione”, esternazioni misogine e affermazioni di lode per Adolf Hitler – poi frettolosamente ritrattate -, ed un forte atteggiamento sprezzante nei confronti delle classi popolari.

Ha condotto una campagna sulle reti sociali e si è rifiutato di affrontare in dibattito Petro, nonostante il candidato del PH avesse accettato tutte le condizioni poste dal suo staff, segno di evidente incapacità di potere reggere il confronto.

In sintesi: il degno rappresentante di una classe dirigente al capolinea.

Petro, ex membro del gruppo guerrigliero M-19. poi esule politico in Belgio, ha una lungo percorso politico istituzionale alle spalle, sia come deputato sia come ex-sindaco di Bogotà, ha incarnato il simbolo dell’opposizione all’uribismo per 20 anni, e si presenta per la terza volta alle presidenziali, con notevoli chance di vincerle.

Francia Màrquez è una afro-discendente che viene da uno dei territori maggiormente devastati dagli effetti dello sfruttamento minerario e dalla politica “estrattivista”, di cui hanno beneficiato soprattutto le multinazionali straniere, che hanno sempre spadroneggiato nel paese.

É diventata una leader ambientalista riconosciuta internazionalmente, è una militante femminista, ed è stata una delle figure più rispettate dai movimenti del Paro National dello scorso anno.

Entrambi i candidati del PH hanno ricevuto minacce di morte – Francia Marquez aveva già subito un attentato, negli anni scorsi –  e tutta la campagna presidenziale è stata caratterizzata dalle forti ingerenze sia dei cartelli narcos che degli alti ranghi dell’esercito.

I contenuti del programma del PH sono chiari: riforma agraria e realizzazione di un vero processo di pace, transizione ecologica con la fine dell’estrattivismo selvaggio e l’uso dei combustibili fossili, il varo di politiche autenticamente sociali per ciò che riguarda in primis salute e istruzione, la lotta al razzismo e alle discriminazioni, una politica di cooperazione con gli altri governi progressisti del continente a cominciare dal Cile di Boric e dal possibile Brasile di Lula…

Un reale possibilità di cambio che continuerebbe l’onda progressista in America Latina.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *