Appena dopo il decollo si affacciavano, trafelati, i ricordi che confondono passato e futuro nel presente. I volti, i viaggi e gli incontri celebrati nella gioiosa sobrietà di un rito triennale ormai assodato. Tra ritorni e partenze si assapora l’indicibile e precaria frontiera di un viaggiatore imbarcato in qualcosa di più grande di lui.
Siamo chiamati missionari. Questa identità non smarrisce, col tempo, il suo fascino esotico seppur, non di rado, è accusata di rivestire gli abiti del neocolonialismo culturale.
Scivolano questo e altri ricordi nel lungo viaggio effettuato con la compagnia Ethiopia Air Lines. Sosta di oltre quattro ore all’aeroporto Bole di Addis Abeba con destinazione finale a Niamey, meta del periplo iniziato oltre due mesi or sono.
Piacenza con prof. Daniele Novara della gestione dei confitti come occasione di crescita, il vescovo e gli ‘amici dei Tuareg’ di Lucca, lettori degli articoli settimanali, Lerici e La Spezia come risposte ad inviti, la presentazione a Padova, Genova e Casarza Ligure del libro-compilazione ‘L’isola delle speranze rubate’, il dibattito sulle politiche migratorie che escludono con la complicità di Duccio Facchini…
Incontri e ritrovamenti di persone, paesaggi e storie che rinnovano le fisionomie dei volti. Infine, come non accadeva da oltre dieci anni, la possibilità di votare per il rinnovo del Parlamento, coi primi commenti dei risultati e le numerose incognite ad essi legate. L’atterraggio all’aeroporto Diori Hamani di Niamey è alle 14.10 locali.
Ad aspettare c’è l’occasionale e piacevole confusione tra bagagli e documenti. Seduto in disparte, c’è il ritrovamento del sapore e calore tropicale che mescolano con saggezza il vento, la sabbia e il ricordo dei numerosi morti a causa delle recenti inondazioni nel Paese. Tra di loro, invisibili, passano indenni la dogana quanti hanno fatto naufragio e sono periti nel Mediterraneo.
Sono almeno 1.325 dall’inizio dell’anno, secondo SOS Méditerranée che si impegna da tempo per soccorrerli. Raggiungeranno gli altri migranti e rifugiati ancora in attesa di partire. Anche chi scrive è, in realtà, in attesa di partire perché, proprio alla vigilia è stato trovato positivo al test SARS-CoV-2 RNA. Dovrei dunque partire ad ottobre, mese speciale.
Casarza Ligure, 2 ottobre 2022
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Manlio Padovan
Mi sbaglio o si tratta sempre della solita retorica della civilizzazione?
Naturalmente con la flautata parla “amore” o “pace” coniugata con i più infami crimini.
Quando la smetterete di dare spazio pubblico ai maledetti preti e alle stramaledette religioni? In particolare quelle monoteistiche?
Redazione Roma
quando ci diamo una calmata? Grazie