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Tamburi di guerra sul Niger. Si prepara un intervento militare?

Potremmo essere alla vigilia di un grande conflitto regionale in Africa. I capi di Stato maggiore dei Paesi membri della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Cedeao), riuniti da mercoledì scorso ad Abuja, starebbero completando il piano di intervento militare in Niger in vista della scadenza dell’ultimatum imposto per domenica 6 agosto alla giunta militare insediatasi al potere.

Secondo quanto riferiscono fonti militari citate dall’emittente “Rfi” e riprese dall’agenzia Nova, nonostante le mediazioni dell’ultimo minuto dalla delegazione Cedeao che si è recata a Niamey, i capi di Stato maggiore hanno continuato il loro lavoro per definire i dettagli dell’ operazione che configurerebbe un vero e proprio conflitto regionale in Africa.

L’azione dovrebbe mobilitare migliaia di soldati forniti, tra gli altri, da Senegal, Ghana, Benin e Nigeria. Ma in almeno in tre di questi paesi la scelta di intervenire militarmente contro il Niger potrebbe avere serie reazioni popolari interne contrarie. Soprattutto in Senegal dove crescono le proteste contro il colpo di mano del presidente filofrancese contro il leader dell’opposizione. Inoltre sul territorio del Niger sono già presenti quasi cinquemila soldati francesi, tedeschi, italiani, statunitensi e di altri paesi europei.

La notizia dell’intervento militare contro il Niger sta circolando dopo che sembrano falliti i tentativi di mediazione finora messi in campo a livello regionale. Una delegazione della Cedeao (Comunità economica dei paesi centroafricani) era stata inviata mercoledi a Niamey dal presidente nigeriano Tinubu, ma era ripartita poche ore dopo senza aver incontrato il capo della giunta Tchiani. A riferirlo è uno dei membri della delegazione, stando a quanto riporta la stampa francese. “Gli inviati della Cedeao sono partiti” nella notte tra giovedì e venerdì e non hanno visto né il leader golpista Tchiani né il presidente deposto Mohamed Bazoum“, ha detto la fonte che ha preferito restare anonima. La delegazione era guidata dall’ex presidente nigeriano Abdulsalami Abubakar e, inizialmente, avrebbe dovuto incontrare i golpisti in Niger “per presentare le richieste dei leader della Cedeao”, secondo un comunicato stampa della presidenza di turno detenuta da Abuja.

La Cedeao (composta dai residui paesi centroafricani ancora filooccidentali)  ha già imposto pesanti sanzioni a Niamey e ha lanciato un ultimatum ai militari golpisti sino a domenica per riportare al suo posto il presidente Mohamed Bazoum, deposto il 26 luglio.

Giovedi sera i militari saliti al potere in Niger hanno annunciato che avrebbero reagito “immediatamente” in caso di “aggressione o tentata aggressione militare” contro il loro Paese da parte della Cedao.

A fianco dei militari saliti al potere in Niger si sono schierati il Mali e il Burkina Faso, mentre l’Algeria ha già espresso una durissima opposizione ad un eventuale intervento militare contro il Niger.

La giunta militare ha intanto denunciato i diversi accordi militari conclusi dai regimi precedenti nigerini con la Francia. Questi riguardano in particolare lo “stazionamento” del contingente militare francese e lo “status” dei militari presenti in Niger. “Di fronte all’atteggiamento disinvolto e alla reazione della Francia alla situazione in Niger, il Consiglio nazionale per la salvaguardia della patria (Cnsp, la giunta militare al potere) ha deciso di denunciare gli accordi di cooperazione nel campo della sicurezza e della difesa con questo Stato”, ha detto il colonnello-maggiore Amadou Abdramane, un membro della giunta.

I militari nigerini al potere hanno anche annunciato che avrebbero posto fine alle “funzioni” degli ambasciatori del Niger in quattro Paesi, tra cui la Francia. “Le funzioni degli ambasciatori straordinari e plenipotenziari della Repubblica del Niger presso la Repubblica francese, della Nigeria, presso la Repubblica del Togo e negli Stati Uniti sono cessate”, afferma il comunicato.

La Francia dispone attualmente già di 1.500 soldati in Niger. Insieme a loro ci sono circa 1400 soldati tedeschi, un migliaio di soldati statunitensi, quasi 350 militari italiani oltre ad altri piccoli contingenti di paesi europei. Altre centinaia di soldati francesi e statunitensi sono presenti nel confinante Ciad.

Come segnalato nei giorni scorsi, il Niger è un test decisivo in cui le potenze europee non intendono rinunciare alle risorse strategiche del paese e stanno spingendo per mantenerne il controllo.

E’ facile prevedere che in caso di intervento militare in Niger sosterranno le truppe dei paesi africani filoccidentali.

 

 

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3 Commenti


  • Pirandello luigi

    viva la rivoluzione nigerina


  • salvatore drago

    Non mi pasa nemmeno per la mente di dire che sono d’accordo e di appoggiare un golpe operato da militari ma come faccio in questo caso specifico ad essere contrario?. Un presidente prono alla Francia e all’Occidente che viene detronizzato, viene detronizzato al grido di “abbasso la Francia” “ci avete rubato abbastanza”? Anche in questo caso mi sento di stare dalla parte dei “golpisti” lo sono stato ai tempi di Nasser, di Gheddafi e lo sono tutt’ora,


  • Ugo

    Capisco perfettamente la posizione di Salvatore Drago. Io ho lavorato in Nigeria e so cosa vuol dire vivere in quei paesi. La presenza in Niger di tanti soldati francesi, tedeschi, italiani conferma quanto i paesi europei siano interessati allo sfruttamento dei prodotti nigerini. Dunque è ovvio il sostegno che la popolazione nigerina voglia dare ai golpisti.

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