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Le ingerenze di Usa e Nato sulla politica in Montenegro

L’inviato speciale degli Stati Uniti nei Balcani, Escobar, si è detto preoccupato. Non tutti i partiti del Montenegro sono per l’Unione europea, la Nato e la lotta alla corruzione. A preoccuparlo sono i negoziati in corso per la formazione del nuovo governo montenegrino.

Secondo quanto riporta l’agenzia Nova, in una trasmissione televisiva, alla domanda se sono visibili pressioni esterne, soprattutto da parte della Serbia, sul processo di formazione del governo in Montenegro, Escobar ha risposto che all’interno dei partiti “ci sono pressioni da tutte le parti“.

Tuttavia ci sono state molte raccomandazioni, non direi richieste, ma raccomandazioni da parte degli Stati Uniti, dell’Ue, della Gran Bretagna e anche della Nato affinché il Montenegro eviti di introdurre nella sua coalizione un partito politico anti-Nato e anti-occidentale, che è anche contro l’Ue“, ha sottolineato l’inviato speciale alla domanda su come reagirebbero gli Stati Uniti se la coalizione filo-serba ‘Per il futuro del Montenegro’ (Zbcg) entrasse nella squadra di governo.

Le elezioni anticipate per il Parlamento tenutesi a giugno sono state vinte dal partito filo-Ue del nuovo presidente Jakov Milatović, ‘Europe Now!’, che ha ottenuto il 25,6 per cento dei voti.

La coalizione “Insieme”, si è piazzata al secondo posto. La sua forza politica principale è il DPS (Partito Democratico Socialista) guidato fino ad aprile di quest’anno dall’ex presidente Milo Djukanović.

Entreranno in Parlamento anche la coalizione filo-serba ZBCG (For the Future of Montenegro), la coalizione dei ‘Democrats & United Reform Action’, il BS (Bosniak Party) e il ‘Socialist People’s Party-DEMOS’.

Inoltre tre seggi nel nuovo Parlamento vanno a rappresentanti della minoranza albanese e uno alla minoranza croata. L’affluenza è stata del 56 per cento.

I negoziati tra queste forze per la formazione del nuovo governo sono quelle che stanno preoccupando gli USA e la Nato.

Il 28 aprile del 2017 il Parlamento del Montenegro ha ratificato il trattato di adesione alla NATO, dopo circa 11 anni di negoziazione.

Nel 2018 il governo montenegrino ha dovuto fare i conti con l’opposizione popolare quando ha dichiarato la sua intenzione di trasformare la località di Sinjajevina in un poligono di artiglieria per le forze armate montenegrine e per l’esercito della Nato. 

Il 27 settembre 2019 l’esercito montenegrino a Sinjajevina ha dato avvio alla prima esercitazione militare delle truppe montenegrine, statunitensi, austriache, slovene e italiane della Nato, con le proteste della popolazione locale ancora presente nell’area.

Nelle elezioni del 2020 i risultati avevano aperto la possibilità di un governo filo-serbo e filo-russo, prospettiva che aveva subito allarmato la Nato.

Secondo ambienti della Nato, toccherebbe all’Unione Europea attenuare le spinte anti-occidentali in Montenegro, aprendo le porte alla Serbia all’ingresso nella Ue, dove dal 2009 è candidata all’adesione.

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1 Commento


  • Mauro

    E niente…o vincono e comandano loro o vincono e comandano loro…evviva la democrazia parlamentare!

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