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Gaza. La tregua sta per finire. In Cisgiordania è già escalation israeliana. Ostaggi trattati meglio dei prigionieri

Israele non è disposto a prolungare il cessate il fuoco oltre 10 giorni. A riferirlo è il quotidiano israeliano Haaretz, citando un funzionario secondo cui il governo di Tel Aviv ha insistito sul fatto che non è disposto ad estendere la tregua – attualmente al quinto giorno e destinata a scadere domani – oltre domenica (per una durata totale di 10 giorni).

Stando a quanto riferisce Haaretz, un aereo della Qatar Airways è atterrato all’aeroporto di Tel Aviv. Secondo il giornale israeliano cui la delegazione dei servizi di sicurezza qatarioti si è riunita, per la seconda volta in quattro giorni, con funzionari del Mossad e della Cia (analogamente alle riunioni in corso in Qatar) per discutere i possibili sviluppi dei negoziati per la liberazione di altri ostaggi israeliani.

La nuova visita di una delegazione dei servizi di sicurezza del Qatar a Tel Aviv fa seguito all’estensione di due giorni della tregua fra Israele e Hamas. Nei quattro giorni di tregua iniziati venerdì 24 novembre e conclusi ieri 27 novembre, sono stati rilasciati 50 ostaggi israeliani in cambio della liberazione di 150 prigionieri palestinesi.

Secondo i media, nei due giorni di tregua aggiuntivi – oggi e domani – è attesa la liberazione di altri 20 ostaggi e di 60 prigionieri palestinesi.

Secondo fonti palestinesi le forze di occupazione israeliane hanno però violato il cessate il fuoco martedì mattina, sparando colpi di artiglieria nel nord di Gaza, in particolare nel quartiere di Sheikh Radwan, e nel sud di Gaza, a est delle città di Rafah e Khan Yunis.

Il portavoce delle Brigate al-Qassam di Hamas, Abu Obeidah, ha affermato che le forze israeliane avevano commesso una “chiara violazione” del cessate il fuoco nel nord della Striscia di Gaza e che Hamas aveva “affrontato questa violazione“.

Il corrispondente di Al-Mayadeen a Gaza ha confermato che le forze di occupazione israeliane hanno sparato colpi di artiglieria e fumogeni a ovest del quartiere di Sheikh Radwan durante il loro ritiro, con l’obiettivo di coprire la loro ritirata dalla parte centrale del quartiere verso Rashid Street.

Secondo invece fonti militari israeliane tre ordigni sono stati fatti esplodere accanto ai militari delle Forze armate israeliane in due diverse località nel nord della Striscia di Gaza, violando l’accordo di tregua prorogato ieri.

Un portavoce delle Idf, riferisce in un episodio i combattenti armati palestinesi hanno anche aperto il fuoco contro i militari israeliani, che hanno risposto sparando. Durante gli incidenti diversi soldati sono rimasti leggermente feriti.

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Escalation israeliana in Cisgiordania. Altri palestinesi uccisi

Quasi a volersi vendicare del rilascio dei prigionieri palestinesi, le forze armate israeliane stanno dando vita ad una escalation repressiva letale in Cisgiordania. Almeno 242 palestinesi sono stati uccisi e più di 3.000 feriti dal 7 ottobre in Cisgiordania.

Un giovane palestinese è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco lunedì mattina durante gli scontri con le forze di occupazione israeliane nella città di Beitunia, a ovest di Ramallah, ha riferito l’agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa.

Un altro ragazzo palestinese di 17 anni è morto ieri dopo essere stato colpito dalle forze di occupazione israeliana nel villaggio di Kafr Ain, a nord-ovest di Ramallah.

Martedì mattina le forze di occupazione israeliane hanno fatto saltare in aria una casa nel campo di Deir Ammar, a ovest di Ramallah. Sempre martedì un bambino palestinese del villaggio di Tayasir, a est di Tubas, è stato ucciso dopo essere stato colpito dalle forze di occupazione israeliane, ha riferito l’agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa.

Le forze israeliane hanno preso d’assalto il campo, hanno circondato la casa del palestinese ucciso Daoud Abdel Razzaq Daras, 41 anni, e hanno iniziato i lavori di scavo e distruzione intorno alla casa, poi l’hanno fatta saltare in aria.

Ma mentre Israele rilascia alcuni prigionieri palestinesi, l’esercito israeliano ha accelerato l’arresto di altri palestinesi in Cisgiordania e a Gerusalemme.

Secondo il Palestinian Prisoners Club, 260 palestinesi sono stati arrestati solo durante la tregua di questi quattro giorni. I nuovi detenuti si sono aggiunti agli oltre 3.000 arrestati dal 7 ottobre.

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Ostaggi israeliani trattati bene, prigionieri palestinesi brutalizzati in carcere

Una degli ostaggi rilasciati ha riferito che il leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, aveva incontrato alcuni ostaggi israeliani nella Striscia, nei giorni successivi all’attacco del 7 ottobre.

Secondo il suo resoconto, il dirigente di Hamas si è recato nel tunnel dove erano prigionieri, si è accertato delle loro condizioni e in un ebraico “fluente” li ha rassicurati che non sarebbe stato fatto loro del male, ma che sarebbero stati liberati in uno scambio di prigionieri. 

Non è la prima testimonianza di ostaggi israeliani che rivela come, nonostante la condizione coercitiva, siano stati “trattati bene” dai miliziani palestinesi che li avevano in custodia.

L’agenzia israeliana Ynet, riferisce che la nonna del dodicenne Eitan Yalomi, dall’ospedale Ichilov dove suo nipote è in cura, ha detto  che: “Per i primi 16 giorni, è stato solo e persino in una stanza chiusa. Immaginate voi stessi quello che ha passato lì. Con mia grande gioia, circa un mese fa l’hanno trasferito con un gruppo di persone di Nir Oz, ed è stato molto più facile per lui lì. Prima di tutto, c’era la sua badante dell’asilo nido, della casa dei bambini. Era un bene sia per lei che per lui. E’ tornato più magro, senza sorridere. Ma mi sembra che fisicamente stia bene“.

La zia di Eitan dà invece una versione diversa, affermando che Eitan “ha vissuto orrori” per mano dei terroristi di Hamas, che, tra le altre cose, lo avrebbero “picchiato e costretto a guardare il filmato del massacro che hanno compiuto il 7 ottobre e hanno minacciato lui e gli altri bambini che hanno rapito con le pistole”.

Secondo un medico israeliano che ha curato alcuni degli ostaggi rilasciati “la quantità di cibo che i prigionieri ricevevano ogni giorno era molto piccola” (come per tutta la popolazione della Striscia, sotto i bombardamenti e con il blocco dei camion al valico di Rafah, imposto da Israele).

Ha aggiunto: “In termini di cibo, la maggior parte di loro riceveva mezza fetta di pane due volte al giorno. Questo è ciò che hanno riportato. Di tanto in tanto, alcune persone ricevevano di più. Nel complesso, descrivono condizioni di reclusione e ansia“.

I bambini sono arrivati in condizioni nutrizionali migliori“, mentre “gli anziani hanno perso tra gli 8 e i 15 chilogrammi“. Si dice che i prigionieri provenienti dalla Thailandia abbiano ricevuto un’alimentazione più adeguata. “C’è stato un episodio di sovralimentazione tra i lavoratori stranieri“, riporta l’agenzia israeliana Ynet.

Tutt’altra situazione per i prigionieri nelle carceri israeliane. Il palestinese Mohammed Nazzal, poco più di un bambino, detenuto e rilasciato nello scambio di prigionieri, poco dopo il suo rilascio, è stato trasferito al pronto soccorso dell’ospedale Ibn Sina, nella città di Jenin.

Mohammed è stato gravemente ferito a entrambe le mani a causa del pestaggio da parte dei soldati israeliani nella prigione del Negev, una settimana fa. Le fratture alla mano sono state deliberatamente trascurate dal servizio carcerario israeliano, il che ha portato a complicazioni alla mano destra del bambino.

La prigione è diventata un cimitero dopo il 7 ottobre“, ha detto Mohammed. “Le guardie israeliane entravano spesso nelle celle e picchiavano i prigionieri“. “Una settimana fa siamo stati selvaggiamente picchiati con spranghe di metallo. Mi sono messo le mani sulla testa per proteggermi dalle ferite, ma i soldati non si sono fermati finché non mi hanno rotto le mani“, ha aggiunto Mohammed.

Il bambino detenuto è stato lasciato senza cure per un’intera settimana fino a quando non è stato rilasciato martedì mattina, in seguito all’accordo di tregua.

Prima di essere rilasciati, i bambini palestinesi prigionieri sono stati trasferiti nella prigione di Ofer, dove i soldati israeliani hanno continuato a picchiarli, secondo quanto riferisce Mohammed. 

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La situazione umanitaria a Gaza è “catastrofica”

La situazione umanitaria a Gaza rimane catastrofica e richiede l’urgente ingresso di ulteriori aiuti in modo fluido, prevedibile e continuo per alleviare la sofferenza insopportabile dei palestinesi a Gaza“, ha affermato l’inviato delle Nazioni Unite per il Medio Oriente Tor Wennesland.

La tregua ha offerto un momento di respiro agli abitanti di Gaza, ma “la situazione umanitaria rimane pericolosa e i bisogni senza precedenti” ha stimato l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa).

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