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Il crollo di Kiev tra mobilitazioni, reclutamenti e diserzioni

L’esistenza di battaglioni come il Maxim Krivonos, composto da prigionieri di guerra ucraini ora in forza ai russi, non è una novità di per sé, sebbene di nuovo ci sia che nell’Occidente emotivo-emozionale si stenti a credere che qualcuno possa combattere volontariamente per Mosca.

La scia più evidente di questa, che è più un’operazione di info-war che un’iniziativa dal peso specifico reale, è quella rappresentata dalle storie (che racconteremo): queste parlano tutte di rotazioni quasi inesistenti, di addestramento lacunoso, di invio in prima linea di personale impreparato psicologicamente oltre che militarmente. È, in effetti, il problema di ogni mobilitazione forzata.

Il fenomeno però ora inizia a preoccupare anche gli ucraini stessi, con i dati forniti sulle diserzioni piuttosto pesanti.

Solo i casi in cui è stato aperto un procedimento penale per diserzione in Procura sono 86mila dall’inizio della guerra.

Negli ultimi due mesi (dopo l’inizio dell’offensiva su Kursk) il numero totale dei disertori è aumentato di 22.800 unità.

Questo perché la situazione ha fatto precipitare le condizioni minime di sopravvivenza in diversi settori del fronte “storico”.

Ad esempio: nei primi 4 mesi del 2024, 19mila soldati hanno disertato (4.750 al mese, circa 160 al giorno). Ora il ritmo è di 380 persone al giorno. Cioè ogni giorno, in media, diserta un Battaglione intero.

Si parla di fronte e si parla solo di casi documentati con le carte bollate.

Quindi a ciò bisogna aggiungere le diserzioni ombra e le perdite (morti + feriti), solo stando alla prima linea.

Mentre in generale bisogna aggiungere i renitenti alla leva (chi fugge all’estero, chi ottiene falsi certificati di esenzione, chi semplicemente riesce a sparire). Dal 2022 questo tipo di ammanco di forza lavoro stimato per Kiev raggiunge facilmente le 500mila unità.

Un esercito di fantasmi che sarebbe grande quanto quello messo insieme dalla Russia con la mobilitazione parziale del 2022 (che è ufficialmente stata di 330mila uomini, ma ufficiosamente come scritto qui più volte almeno il 30% superiore).

Sommando tutto, si intuisce come l’aumento slowly but surely di questa spirale, iniziato con il fallimento della controffensiva dell’estate 2023 e accentuato dal blitz nel Kursk, allo stato attuale delle cose non possa far altro che peggiorare. Ecco perché si fanno sempre più insistenti le voci per estendere la mobilitazione agli over 21 anziché solo agli over 25.

Ma l’arma è a doppio taglio.

Più si mobilita carne, più questo dato aumenterà, più diventerà facile per i russi convincere gli ucraini che il loro governo non li stia affatto proteggendo. Anzi.

 * da https://t.me/dellorcogeopolitica

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