La fabbrica del falso non chiude mai… L’ultima invenzione dei media italiani – e di qualche altro paese teleguidato dagli Usa – è stato l’arresto in Venezuela di Corina Machado.
Apprendevamo infatti dal Corriere, ieri sera, che “La leader dell’opposizione, uscita dalla clandestinità per partecipare alle manifestazioni anti-Maduro, è stata arrestata al termine di un corteo a Caracas”.
Seguivano dettagli che contribuivano a far crescere l’apprensione in un pubblico generico: “Secondo il direttivo politico del suo partito Vente Venezuela, Machado è stata intercettata da agenti armati del chavismo che hanno sparato contro la sua delegazione”.
A dare maggiore credibilità alla notizia veniva diffuso anche un brevissimo video di pochi secondi, in cui però la Machado saluta una piccolissima folla di telecamere e telefonini “meno di una cinquantina quelli visibili), in una via imprecisata e irriconoscibile. Ma rigorosamente “certificata dal Corrierone.
“Nelle immagini il momento in cui la Machado è uscita dalla clandestinità e si è fatta riconoscere dalla folla in manifestazione.” (poi sono intervenuti per reimpaginare in altro modo il video, all’interno di un articolo che modifica parzialmente quel che era stato scritto prima; ma la quantità di presenti è comunque verificabile).
Anche l’agenzia Ansa si è ridotta a fare da amanuense per lo “staff” della Machado, piuttosto incline al melodramma: “María Corina è stata violentemente intercettata mentre usciva dal comizio di Chacao. Agenti del regime hanno sparato alle moto che la trasportavano“.
E via dettagliando: “La leader era uscita brevemente dalla clandestinità per partecipare a una manifestazione pacifica dell’opposizione a Chacao, uno dei comuni di Caracas, sotto la minaccia delle forze di polizia e militari e delle bande armate di civili che pattugliano la città. A pochi metri da un presidio di polizia pesantemente armata e blindata, e vicino a civili chavisti armati, Machado ha preso la parola per cantare l’inno nazionale venezuelano da un palco improvvisato, rivolgendosi a circa 700 persone che l’attendevano dal mattino”.
Descrizione sicuramente molto romantica, secondo cui dalla “clandestinità” si esce e ci si rientra come in un albergo a cinque stelle. E lo si fa per “sfidare” a poca distanza un “presidio di polizia pesantemente armata e blindata, e vicino a civili chavisti armati”.
Quindi la notizia dell’arresto, la preoccupazione, l’allarme. Nonostante “il regime feroce di Maduro” smentisse la notizia su ogni canale (“Machado non è mai stata arrestata da nessuno, è una menzogna“).
Persino il ministro degli esteri Tajani si faceva prendere dalla voglia di commentare senza sapere bene cosa: “Chiediamo la liberazione immediata di @MariaCorinaYA leader dell’opposizione. Non possiamo più tollerare le azioni repressive e illegittime del regime di Maduro che ha perso le elezioni. Siamo vicini a tutti i cittadini che combattono per la libertà e la democrazia in Venezuela“.
Nel frattempo il candidato della destra fascista che era stato sconfitto a luglio, Gonzalez Urrutia, si lanciava in skecht comici dalle spiagge della Repubblica Dominicana, dove era in visita “in attesa di arrivare a Caracas per insediarsi”. “Come presidente eletto, chiedo il rilascio immediato di María Corina Machado. Alle forze di sicurezza che l’hanno rapita dico: non scherzate con il fuoco“.
A quel punto abbiamo sentito i nostri compagni presenti a Caracas, come rappresentanti delle organizzazioni aderenti all’Interazionale Antifascista, su quale fosse la situazione realmente. Nessuna manifestazione rilevante della cosiddetta opposizione (ricordiamo che anche l’Ansa quantificava al massimo in 700 i partecipanti al comizio della Machado…), un’oceanica manifestazione popolare invece per festeggiare il nuovo mandato di Maduro e far vedere da quale parte batte il cuore del paese.
Poi anche i media mainstream hanno capito che la favola dell’arresto non era più credibile. E quindi hanno iniziato a postare pezzi brevissimi in cui si mostrava incertezza, si affacciavano i dubbi, fino a mostrare un video della stessa Machado in cui – sola, un cappuccio in testa (fa tanto “clandestino”, vero?), con un prato e qualche albero alle spalle – “rassicurava” i suoi seguaci e l’Occidente tutto: “sto bene, al sicuro”. Poi anche questo video è stato cancellato dal Corsera…
Versione ufficiale finale: era stata arrestata, ma poi rilasciata e libera di tornare in clandestinità…
Credibile come una moneta non proprio di cioccolata…
Ci sembra decisamente evidente che l’”opposizione venezuelana” – che esiste, non c’è dubbio, ed è rappresentata soprattutto dalle classi molto abbienti, ma con poco seguito popolare – si faccia sentire solo quando le telecamere dell’Occidente si mettono in moto.
Era avvenuto per le elezioni di luglio (disturbate da milioni di attacchi ddos contro i computer che raccoglievano i risultati della votazione), avviene in questi giorni in cui Maduro assume nuovamente l’incarico.
Persino ai media mainstream scappa detto, per esempio, che “Machado non appariva in pubblico da agosto” (da subito dopo le elezioni, insomma, e dopo la solita auto-investitura del candidato sconfitto).
Non è finita qui, comunque, con le provocazioni. I 125 mercenari arrestati – questi sì – con armi e munizioni, entrati clandestinamente (loro sì) nel paese per compiere attentati e dare l’impressione di una “guerriglia” contro il governo bolivariano) stanno lì a dimostrare che proprio in questi giorni di festa popolare bisogna attendersi qualche problema. Che non cambierà però la storia del Venezuela antifascista e bolivariano.
P. s. A proposito di storia… quancuno ha notizie dell’altro “presidente democraticamente eletto”, riconosciuto persino da Mentana, che risponde al nome di Guaidò?
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