L’inizio dell’anno è cominciato con il copione a cui siamo abituati da un paio d’anni: il rialzo del prezzo del gas, a causa della decisione di fermare il transito di quello russo attraverso l’Ucraina. Una misura di guerra, insomma, che pagano di tasca propria i lavoratori e i comuni cittadini con l’atteso rialzo delle bollette, lasciati oltretutto inermi nelle mani della speculazione.
Ma sembra che il tentativo di colpire le entrate che Mosca ottiene dall’esportazione di combustibili fossili stia spingendo alcuni membri della UE a chiedere di fare un passo ulteriore. Stando a un documento visionato da Bloomberg News, c’è una cordata che vuole sanzioni anche sul GNL, il gas liquefatto.
Un gruppo di dieci paesi (Svezia, Danimarca, Finlandia, Repubblica Ceca, Romania, Irlanda, Polonia e le nazioni baltiche) vuole rafforzare il meccanismo per l’applicazione del tetto al prezzo del petrolio, ma vuole anche chiuderla una volta per tutte col gas russo. Tema sul quale l’unanimità richiesta dalla UE aveva per ora trovato il veto di Ungheria e Slovacchia.
“Come obiettivo finale, è necessario vietare l’importazione di gas e GNL russi il prima possibile“, scrivono nel documento citato da Bloomberg. “Un’alternativa al divieto totale potrebbe essere quella di ridurre gradualmente l’uso di gas e GNL russi, come è già stato stabilito nella Roadmap RePowerEU“.
E tuttavia, dal febbraio 2022 nella UE sarebbero stati importati dalla Russia petrolio, gas e carbone per un valore di 200 miliardi di euro, scrivono i dieci paesi nel testo condiviso. Se comunque le forniture complessive sono diminuite, il GNL ha raggiunto il record di importazione proprio nella prima metà dello scorso anno, e reputano dunque necessario mettere mano a questo dossier.
Scrivono infatti che “la flotta russa di petroliere GNL deve essere soggetta a sanzioni mirate che proibiscano l’attracco e i servizi marittimi sul territorio dell’UE“. Il target sono dunque quelle imbarcazioni che, per mezzo di transazioni effettuate attraverso paesi terzi, hanno permesso fino ad ora di aggirare parte delle limitazioni imposte a Mosca.
Queste proposte sono state stilate in vista del sedicesimo pacchetto di sanzioni di cui in questi giorni si sta discutendo nella UE, e nel documento si chiedono anche ulteriori divieti e sanzioni per vari settori. La Commissione, inoltre, dovrebbe presentare il prossimo mese un piano più dettagliato per ridurre la dipendenza energetica dalla Russia.
Allo stesso tempo, però, non si può ignorare che le previsioni parlano di una domanda di GNL che sarà maggiore dell’offerta fino al 2027: il che rischia di portare al rialzo anche i prezzi di questo tipo di gas. Un altro duro colpo che forse non tutti sono pronti a far pagare ai proprio cittadini – non per “magnanimità”, ma per brutale calcolo elettorale.
Staremo a vedere, ma nel frattempo va sottolineato come nella UE vi siano opinioni nettamente divergenti, che passano lungo la maggiore o minore fedeltà a Washington, e agli affari che questa permette di fare. Sul GNL ha grandi mire la Polonia, e non è dunque un caso che sia tra i firmatari del documento qui ripercorso a grandi linee.
Si preannuncia un anno tutt’altro che equilibrato, sia che si parli di prezzi sia che si parli di contraddizioni del progetto europeo.
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Tonino
Sul “brutale calcolo elettorale” non sono sicuro dato che ormai sta venendo definitivamente sdoganata l’idea che le elezioni, se danno il risultato “sbagliato”, si possono anche annullare: una volta fatto quel passo non c’è più bisogno di fare calcoli elettorali, né brutali né meno.