Un primo rapporto analitico in diretta da Tehran.
Nella notte del 13 giugno 2025, il mondo ha assistito a un’importante escalation tra Iran e Israele. L’Iran ha lanciato un attacco su larga scala con missili e droni, colpendo Tel Aviv e le aree circostanti in un’operazione di rappresaglia.
Tuttavia, è emersa una netta discrepanza tra le prove visive sul campo e la narrazione diffusa dai principali media occidentali, tra cui Financial Times, The New York Times e Reuters.
Contraddizioni tra immagini e narrazione mediatica
Mentre il Financial Times affermava che “la maggior parte dei missili sono stati intercettati con danni minimi”, le immagini e i video provenienti da Tel Aviv raccontano una storia diversa:
- Vasti incendi e dense colonne di fumo che si innalzano da più punti del centro urbano di Tel Aviv indicano colpi diretti su infrastrutture chiave o edifici residenziali.
- I video trasmessi da Al Jazeera e da fonti locali mostrano intense operazioni di difesa antiaerea e numerosi impatti, chiaramente ben oltre una semplice azione “psicologica” o simbolica.
- Le fotografie di strutture crollate, esplosioni e fumo denso riflettono una distruzione reale e tangibile, che non può essere ridotta a danni collaterali minimi.
Censura morbida nei media occidentali
Questa evidente discrepanza suggerisce una forma di censura morbida. La minimizzazione dei danni da parte dei media occidentali sembra mirare a preservare il morale israeliano e il sostegno diplomatico internazionale.
Gli Stati Uniti e i loro alleati chiaramente non si aspettavano una rappresaglia di questa portata. L’attacco iraniano ha esposto le vulnerabilità del sistema Iron Dome di Israele e rivelato un cambiamento nell’equilibrio di deterrenza nella regione.
Conclusione: oltre i titoli dei giornali
Gli eventi del 13 giugno non sono solo uno scontro militare, ma anche una svolta nella guerra dell’informazione. La visibile discrepanza tra i resoconti dei media mainstream e i danni documentati solleva domande fondamentali sull’obiettività e l’integrità del giornalismo globale.
La realtà sul campo parla più forte dei titoli dei giornali. Con l’aumento della precisione e della portata dell’Iran, cresce anche la sfida per chi cerca di sopprimere la verità attraverso la gestione delle narrazioni.
* Political Analyst & Writer. Tehran, Iran
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A conferma indiretta, e tecnicamente molto precisa, la diagnosi espressa dagli specialisti italiani di Analisi Difesa
Vera Promessa 3: la rappresaglia iraniana su Israele
Nella serata di ieri i Guardiani della Rivoluzione hanno affermato in una nota che le forze iraniane “hanno eseguito la loro risposta schiacciante e precisa contro decine di obiettivi, centri militari e basi aeree” in Israele nell’ambito dell’Operazione Vera Promessa 3. L’Iran ha lanciato un massiccio attacco di missilistico contro Israele con almeno 150 missili balistici, riferisce l’IDF, che ha intimato alla popolazione di entrare nei rifugi.
Esplosioni si sono registrate a Tel Aviv (anche presso il ministero della Difesa) e Gerusalemme oltre che si numerose installazioni militari e basi aeree. Segnalazioni di impatti di missili iraniani anche nelle regioni di Rahat e Ar’ara, nel Negev, area dove si trovano mo0lte basi militari.
La televisione di Stato iraniana ha confermato in serata quello che chiama “l’inizio degli attacchi missilistici iraniani” contro Israele, in rappresaglia per gli attacchi contro il suo territorio. Una dichiarazione segue di poco quella televisiva della Guida Suprema dell’Iran, che ha assicurato:
“La nazione è con noi, con le forze armate e, se Dio vuole, la Repubblica Islamica sa terza ondata di missili iraniani si è abbattuta su Israele in tarda serata come annunciato dall’Iran e confermato da Israele colpendo ancora Tel Aviv, Haifa e il sud.
“Le forze israeliane stanno rispondendo a una nuova ondata di attacchi missilistici iraniani”, hanno fatto sapere le IDF nella notte riferendo di “decine di missili lanciati dall’Iran nel suo ultimo attacco verso Israele” ma che solo “alcuni sono stati intercettati”, senza specificarne il numero.
I danni provocato dalla rappresaglia iraniana potrebbero essere considerevoli. soprattutto sugli obiettivi militari a giudicare dalla rabbiosa reazione israeliana. Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha affermato che l’Iran ha “oltrepassato il limite dopo aver osato lanciare missili contro concentrazioni di popolazione civile in Israele”.
Lo riporta Times of Israel. “Continueremo a difendere i cittadini di Israele e a garantire che il regime degli ayatollah paghi un prezzo molto alto per le sue azioni efferate”.
Del resto l’Iran aveva già dimostrato negli attacchi dello scorso anno di disporre di missili ad alta manovrabilità e velocità in grado di eludere le difese antimissile israeliane.
Due anni or sono il Central Command statunitense stimava che l’Iran disponesse di almeno 3mila missili balistici di vario tipo. Nonostante l’impiego di qualche centinaio di ordigni dallo scorso anno il loro numero potrebbe essere aumentato.
Tali armi vengono per lo più accumulate in bunker situati a grande profondità nel terreno. Già lo scorso anno è emerso come le difese aeree israeliane rischiassero di esaurire le munizioni dei vari sistemi di difesa aerea dei sistemi Arrow, Iron Dome e Fionda di David qualora l’Iran reiterasse gli attacchi per molti giorni.
Nell’aprile 2024 l’Iran impiegò missili balistici a medio raggio del tipo Emad, Sejil, Qadr e alcuni ipersonici Kheibar (con una velocità in fase di arrivo di Mach 8, un’autonomia fino a 2.000 chilometri e una testata di 1.500 chili) oltre ai missili da crociera Paveh 351, in dotazione ai Guardiani della Rivoluzione, con un’autonomia di 1.650 chilometri a una velocità fra i 600 e i 900 chilometri orari.
Quante ondate di attacchi simili a quelli di questa notte è in grado di alimentare l’Iran e quante ne potrebbe reggere la difesa aerea israeliana prima di esaurire i missili?
La difesa aerea di Teheran ha inoltre annunciato di aver abbattuto due caccia israeliani. Secondo l’annuncio, uno dei piloti, una donna, è stato catturato dopo l’abbattimento di uno dei velivoli.
Il portavoce del Comitato di Gestione delle Crisi nella provincia di Qom, Morteza Heidari, ha annunciato che le Forze di Difesa Aerea Iraniane hanno abbattuto con successo un drone dopo che aveva violato lo spazio aereo sopra la città santa di Qom. Heidari ha spiegato che un’unità di stanza all’interno del sistema di difesa aerea “Hadrat Fatima Masoumeh” era riuscita, pochi istanti prima, a rilevare, tracciare e abbattere un drone israeliano nemico che aveva violato lo spazio aereo della città.
Nella notte anche Israele ha ripreso le incursioni sull’Iran. “Le difese di Teheran sono state riattivate pochi minuti fa… per far fronte ai missili del regime sionista”, ha riferito l’agenzia di stampa ufficiale IRNA mentre un corrispondente dell’Afp ha riferito di aver sentito forti esplosioni nella capitale iraniana e di aver visto un bagliore rosso nel cielo.
Gli attacchi israeliani in Iran hanno causato 78 morti e oltre 320 feriti tra i civili (le perdite e i danni militari subiti non vengono menzionati né dall’Iran né da Israele) secondo quanto riferito dall’ambasciatore iraniano all’Onu, Amir-Saeid Iravani.
Il comando militare a Tel Aviv ha annunciato di aver colpito ieri due basi aeree iraniane, mettendo completamente fuori uso quella di Tabriz.
Le forze iraniane hanno abbattuto nella notte droni idi ricognizione israeliani nel nord ovest dell’Iran. Lo riportano i media di stato iraniano, specificando che “i combattenti islamici hanno con successo abbattuto droni israeliani che avevano violato lo spazio aereo del nostro paese nella regione di confine di Salmas”. Ed aggiungendo che i “droni erano entrati nello spazio aereo iraniano per missioni di spionaggio e ricognizione”.
Sul fronte politico il giornale statunitense The Atlantic e il britannico The Guardian hanno scritto che: per Trump intesa con Teheran era possibile. Il presidente ha sostenuto di sapere “tutto” sull’attacco notturno di Israele all’Iran. Ma secondo il quotidiano britannico The Guardian “ciò non significa che lo abbia pienamente sostenuto”.
Secondo i giornali Trump aveva spiegato che un accordo con l’Iran “fosse ancora possibile” e spiegando che “non voleva rischiare una guerra più ampia”. Ma “quando Netanyahu ha sollevato la possibilità di un attacco preventivo, Trump gli ha risposto di preferire la via diplomatica”.
Tehran ha risposto indirettamente questa mattina affermando che i negoziati con gli Stati Uniti su un accordo nucleare sono privi di significato alla luce degli attacchi israeliani all’Iran. Esmaeil Baghaei, portavoce del Ministero degli Esteri iraniano ha detto che “gli Stati Uniti hanno agito in un modo tale da rendere i colloqui inutili. Non si può affermare di stare negoziando e allo stesso tempo lasciare che Israele attacchi il territorio iraniano”.
A confermare i possibili limiti degli attacchi israeliano contro i siti nucleari iraniani, ieri il direttore dell’AIEA Grossi ha dichiarato che “non ci sono indicazioni” di attacco fisico al vano sotterraneo della cascata che contiene parte dell’impianto principale e dell’impianto pilota di arricchimento del combustibile” nella centrale nucleare iraniana di Natanz. “Tuttavia, la perdita di alimentazione elettrica alla cascata potrebbe aver danneggiato le centrifughe”.
L’Iran ha confermato che il suo impianto nucleare di Fordow ha subito danni limitati dopo i recenti attacchi, ha riportato l’agenzia di stampa semiufficiale Isna, citando un portavoce dell’organizzazione nazionale per l’energia atomica.
“Ci sono stati danni limitati ad alcune aree del sito di arricchimento di Fordow”, ha dichiarato il portavoce dell’agenzia statale per l’energia atomica Behrouz Kamalvandi citato dal Guardian. “Avevamo già spostato una parte significativa delle attrezzature e dei materiali, e non ci sono stati danni estesi e non ci sono preoccupazioni di contaminazione”.
La Tv di Stato iraniana ha reso noto che altri tre scienziati impegnati nel programma nucleare sono stati uccisi nei raid israeliani, confermando che finora sono nove gli scienziati che hanno perso la vita negli attacchi. Le tre nuove vittime sono Ali Bakhshay Khatirimi, Mansour Asgari e Saeed Barji.
Le agenzie di stampa iraniane “Tasnim” e “Mehr” hanno confermato il 14 giugno anche “il martirio” di altri due alti ufficiali delle Guardie rivoluzionarie iraniane in seguito agli attacchi israeliani delle ultime ore.
Si tratta del generale Gholam-Reza Mharabi, vice capo del dipartimento di intelligence, e del generale Mehdi Rabbani, vice capo del dipartimento operativo delle Forze armate iraniane. Entrambi sarebbero stati colpiti durante uno dei raid aerei condotti dalle forze aeree israeliane nella seconda notte di raids contro la Repubblica islamica.
** da Analisi Difesa
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Nuccio Viglietti
Bello vero bombardare altri!… meno bello essere bombardati… vero?…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/