Dopo il muro ‘dimostrativo’ costruito con un blitz giovedì scorso davanti alla saracinesca della sede Equitalia di Livorno, ieri nella centrale Pizza Cavour si è svolta l’annunciata manifestazione annunciata dei movimenti antagonisti livornesi. Il presidio, composto da circa 200 persone, si é riunito sotto un grande striscione con scritto ”Chiudere Equitalia”. ”I grandi evasori patteggiano mentre per pochi spiccioli i cittadini più deboli vengono taglieggiati da Equitalia – hanno scandito dal microfono gli organizzatori – Serve un diritto all’insolvenza per chi ha perso il lavoro o ha redditi insufficienti per vivere”. Poi si é formato un corteo che ha sfilato lungo via Indipendenza fino alla sede di Equitalia scandendo vari slogan tra cui ”Equitalia strozzini dello Stato, la prossima volta cemento armato”. Alla fine c’é stato il lancio di qualche uovo riempito con vernice nera contro la saracinesca di Equitalia sotto lo sguardo di Carabinieri e Polizia presenti in forze. Il corteo è poi tornato in piazza Cavour senza incidenti.
Di seguito il comunicato diffuso ieri dagli organizzatori e poi quello che si riferisce all’azione dimostrativa di giovedì.
Dopo l’azione di giovedì (video) che ha visto la muratura della porta di ingresso di Equitalia, sabato è stata invece la volta del presidio di protesta contro Equitalia e le sue politiche di strozzinaggio. Circa 200 persone si sono ritrovate in piazza Cavour e hanno raggiunto la sede di Equitalia distante poche centinaia di metri. Cori contro banchieri e Equitalia hanno accompagnato il corteo che si è concluso con il lancio di fac-simile di cartelle esattoriali e di uova sulla saracinesca di ingresso dell’agenzia. Una settimana, dunque, all’insegna del No Equitalia e che ha posto l’attenzione sulla situazione ormai insostenibile per molte famiglie che si ritrovano a vivere veri e propri drammi dovuti all’impossibilità di pagare. Nuove tasse e cartelle con cifre gonfiate in modo criminale hanno ridotto molte persone sul lastrico. Bastava sentire i commenti delle persone che passavano da piazza Cavour o leggere i commenti su siti d’informazione e social network, per vedere quanta simpatia hanno riscosso le azioni e le proteste contro Equitalia. Qualche detrattore, quelli che la sanno lunga, ha voluto sottolineare come queste fossero manifestazioni a favore degli evasori. Niente di più falso, bastava ascoltare le parole degli organizzatori che vanno in tutt’altra direzione: “I grandi evasori patteggiano ritrattando i loro debiti, mentre per pochi spiccioli i cittadini più deboli vengono taglieggiati da Equitalia. Serve un diritto all’insolvenza per chi ha perso il lavoro o ha redditi insufficienti per vivere. Ci sono famiglie che rischiano di vedersi pignorare la casa o fermare l’auto per una multa dimenticata o per un bollo non pagato. Se per problematiche sociali, quali ad esempio il problema degli sfratti, è stata parzialmente riconosciuta la figura del cosiddetto moroso incolpevole, cioè la persona che ha perso il lavoro e quindi il proprio reddito e non può pagare, per quanto riguarda i debiti contratti con lo Stato o con gli enti pubblici nessun passo avanti è stato fatto in questo senso”. Equitalia, quindi, come simbolo di uno Stato che aggredisce le tasche dei cittadini in un momento di crisi e di emergenza reddito e lavoro. Uno Stato che usa due pesi e due misure, patteggiando con i Vip che si tengono effimere residenze a Montecarlo per non pagare le tasse, e poi aggredisce a colpi di more e tassi gonfiati i cittadini. Naturalmente in mezzo alle cartelle c’è anche chi non paga per presunta furbizia o menefreghismo, ma la lotta contro Equitalia e ciò che rappresenta è una lotta contro chi non può più permettersi di essere spremuto.
Oggi, in data giovedì 20/09/2012 le vittime dello strozzinaggio di Stato hanno scelto di non morire per una cartella esattoriale e di ribellarsi. Un debito che vale una manciata di spiccioli contratto con lo Stato può lievitare sino a toglierti la casa comprata con i sacrifici di una vita, magari con un mutuo ancora aperto. Il tuo debito privato diviene per i burocrati di Stato il loro debito pubblico, gli interessi sono lo strumento con cui Equitalia e questa classe politica accentuano le nostre difficoltà individuali trasformandole in drammi esistenziali. Il debito pubblico: l’unica cosa pubblica che i nostri governanti hanno conservato sono i debiti!!!! Oggi precari e disoccupati sull’orlo di una crisi economica e nervosa, prima di suicidarsi hanno deciso di lottare per i loro diritti, pacificamente e simbolicamente con un’azione goliardica. Ed ora provate a dire che siamo dei terroristi che agiscono nella nera e tetra notte!
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