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Art. 18. Martone, “l’antisfigati”, vuole la Cassazione

Un magistrato di Bologna ha infatti reintegrato un operaio ingiustamente licenziato, anche “ai sensi” del nuovo art.18. Preoccupazione tra i padroni, cui era stato garantito che non sarebbe mai potuto accadere, tranne forse in circostanze eccezionali. E invece alla prima causa, si sono visti dare torto.
Il quotidiano di Confindustria, comprensibilmente, si è rivolto al vice-Fornero per avere lumi e soprattutto ricevere rassicurazioni.

Martone sull’articolo 18: il parere di un giudice non è sufficiente, serve la Corte di Cassazione

«Siamo consapevoli che la nostra riforma è perfettibile ma non basta un giudice, per metterla in discussione serve la Cassazione». Il vice ministro del Lavoro, Michel Martone, intervenuto alla conferenza stampa di Confprofessioni per la presentazione del nuovo portale, difende la riforma Fornero dagli effetti «vanificanti» della prima interpretazione che arriva da un’aula del tribunale di Bologna.

Il giudice ha, infatti, trasferito su un’ordinanza di reintegro di un lavoratore per licenziamento illegittimo, la sua lettura della nuova norma, applicata come se fosse una fotocopia dell’articolo 18. «Non ho letto le motivazioni della sentenza – spiega Martone – so che il giudice dice che nulla è cambiato, ma non è così. Sappiamo che si tratta di una norma perfettibile ma le modifiche non possono essere ideologiche. Non basta un giudice è necessario attendere le pronunce della Cassazione. Semmai quella sentenza ha dimostrato che la riforma velocizza il processo del lavoro».

A questo punto Martone motiva le modifiche all’articolo 18 con la necessità di salvare le piccole e medie imprese. «Il meccanismo previsto dall’articolo 18 obbligava il datore di lavoro a pagare un risarcimento danni che poteva coprire un arco anche di 7 o 8 anni, a causa della durata dei processi». Per quanto riguarda l’allungamento delle pause nei contratti a termine, da più parti indicato come un «problema serio», Martone ricorda la possibilità, affidata ai contratti collettivi di tutti i livelli, di fissare scadenze diverse.

Il vice ministro del Welfare annuncia poi «a breve» l’arrivo del decreto che dovrà precisare quali sono gli albi, gli ordini e i registri ai quali non si applicano le presunzioni sulla partita iva.

È invece dedicato agli studi professionali il nuovo portale, presentato oggi da Confprofessioni a palazzo Madama, che offre ai liberi professinisti, sia in qualità di datori sia di consulenti, una bussola per orientarsi nel groviglio delle leggi: dalle sentenze, alle deroghe, che interessano il diritto del lavoro e la riforma Fornero in primo piano. Uno strumento operativo indispensabile, secondo il presidente di Confprofessioni Gaetano Stella, per orientarsi in un mercato del lavoro sempre più centrale e sempre più in evoluzione. Stella ricorda la forza propulsiva degli studi professionali che, in controtendenza, hanno creato, nei primi sei mesi dell’anno 10 mila nuovi posti di lavoro

da Il Sole 24 Ore

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