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Roma. L’Unicredit sfratta, la gente resiste


Lo scenario è via dell’Imbrecciata, nel popolare quartiere della Magliana. Dentro un appartamento si sono barricati l’inquilino, Paolo, sostenuto dagli attivisti dell’Asia-Usb. Intendono bloccare – per l’ottava volta – lo sfratto ordinato dalla maggiore banca del nostro paese: l’Unicredit. Si tratta della banca che, nonostante la crisi, due settimane fa ha dichiarato utili in crescita e distribuito dividendi ai suoi azionisti senza neanche un centesimo in meno dello scorso anno. Per l’inquilino Paolo Cicini la storia è invece tutt’altra. Separato con due figli, è emblematico di quella figura di lavoratori “nuovi poveri”, perchè ormai per migliaia di genitori la separazione o il divorzio sono un lusso e una tragedia umana ed economica. Chi esce dalla famiglia precipita spesso nella condizione border line anche se lavora perchè il salario decurtato dagli alimenti e gli affitti stellari, consumano tutto il reddito disponibile e lasciano le persone senza risorse, senza casa, senza “paracaduti” che attenuino la caduta e consentano di ricostruire una vita.

La grande banca Unicredit vuole quell’appartamento. Lo ha venduto a terzi senza avvisare l’inquilino che paga ed ha continuato a pagare1.000 euro al mese eppure la banca ha chiestolo sfratto per “morosità”. Si è aperto un braccio di ferro giudiziario nel quale l’Unicredit rischia di perdere piuttosto clamorosamente. Paolo Cicini e l’Asia-Usb sono riusciti a bloccare e rinviare lo sfratto sette volte. Questa volta l’avvocato della banca ha minacciato il commissariato di zona di denunciarlo per omissione di atti di ufficio. La polizia non vuole finire sul banco degli imputati e allora, questa volta, intende procedere allo sfratto a tutti i costi. Gli agenti hanno indossato i caschi, i manganelli e si apprestano a sfondare la porta. Eppure il prossimo 8 gennaio è prevista una nuova udienza nel contenzioso tra Paolo Cicini e la grande banca Unicredit nella quale l’inquilino potrebbe risultare vincente e lo sfratto immotivato. Si potevano aspettare due mesi ed evitare la prova di forza. Ma la grande banca Unicredit non concedere deroghe, vuole il suo appartamento e magari lo terrà sfitto per qualche anno perchè i soldi per affittarlo ai “prezzi di mercato” o per comprarlo in giro ce ne sono sempre di meno. Nel frattempo il lavoratore Paolo Cicini, inquilino dell’Unicredit, separato e impoverito finirà in mezzo alla strada.

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