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Trasporti. E’ conflitto aperto

Nelle nostre città si va ormai delineando una guerra. Le misure imposte dagli apparati dell’austerità (patti di stabilità, fiscal compact, spending review) si abbattono come valanghe sui servizi. I trasporti urbani ne sono il primo test. Le amministrazioni locali stanno procedendo a tagli e privatizzazioni pesanti. I lavoratori oppongono resistenza ricorrendo a tutte le armi a loro disposizione, incluso lo sciopero selvaggio e senza preavviso. E’ accaduto a Roma e Napoli, se ne parla a Torino. L’USB Trasporti è stato l’unico sindacato ad esprimere solidarietà ai lavoratori di Roma Tpl, che da alcuni giorni si astengono dall’effettuare il servizio per il mancato versamento degli stipendi nonostante lo sblocco dei fondi da parte delle amministrazioni. “È vergognoso che i lavoratori debbano giungere a forme di lotta estreme solo per rivendicare un diritto basilare, come pure che il servizio di trasporto delle linee periferiche romane sia affidato ad aziende private sorrette esclusivamente dai fondi pubblici” scrive una nota della Usb che proprio lunedi scorso ha dato vita ad uno sciopero nazionale nei trasporti urbani. L’USB Trasporti chiede dunque all’amministrazione di revocare l’appalto a quelle aziende che non si dimostrano in grado di gestire il servizio, “riaffidando ad ATAC tutto il trasporto pubblico locale della città di Roma con l’assorbimento di tutto il personale coinvolto”.

Un delegato Usb di Torino, ha affidato alle pagine di fb un appello significativo sulla situazione torinese e nelle altre città “Fassino insiste tanto per privatizzare GTT, come se non si sapesse come andrebbe a finire. Alla AMT di Genova la cura del privato, TRANSDEV, è riuscita a raddoppiare le perdite di bilancio, altro che risanamento. E dopo il disastro gestionale del privato l’azienda è tornata nelle mani del Comune che ha stabilito, in data odierna: 430 licenziamenti (perché è finita la cassa integrazione in deroga) di cui 230 impiegati e 200 autisti; l’aumento di 15 minuti giornalieri dei tempi di guida; 3 giorni di ferie tagliati; il premio di risultato non corrisposto anche nel 2013; oppure, in alternativa, i “contratti di solidarietà” con riduzione dell’orario di lavoro e taglio del 10% dello stipendio (altro che straordinario)” scrive Leonardo Locci in questo intervento che sta circolando nei depositi dell’azienda dei trasporti torinese e in rete. “Teniamoci pronti anche noi in GTT perché ci hanno già anticipato che gli stipendi da giugno non sono garantiti per mancanza di soldi. E’ il ricatto per fare pagare a noi le gestioni fallimentari, gli sperperi e i privilegi della casta che amministra la cosa pubblica”.La soluzione più giusta sarebbe quella di indurre l’ex sindaco Chiamparino, attuale presidente della Fondazione della banca San Paolo, ad aprire la cassaforte della banca che spadroneggia per permettere al Comune di Torino di pagare il debito verso GTT di “solo” 300 milioni. Se si permetteranno di ricattarci la nostra risposta dovrà essere come quella dei colleghi dell’ATM di Alessandria, della ATP di Carasco (Genova), di Bologna e, giusto ieri, di Roma TPL: BLOCCARE TUTTO SENZA PREAVVISO. Se non paghi la rata del mutuo la banca ti pignora l’appartamento. Se non paghi l’affitto mensile l’affittuario ti sfratta. Se non porti il pane sulla tua tavola non potrai reggere lo sguardo di tuo figlio”.
A Napoli la situazione è ormai al collasso. L’azienda regionale Eav Bus sta mettendo a rischio ben 140 linee su gomma nella provincia di Napoli. E’ una minaccia da non poco per i pendolari napoletani. I debiti e i problemi di liquidità degli ultimi anni della holding regionale hanno portato la società ad una condizione tale da dover optare per la liquidazione. Ed ora, diventa sempre più difficile assicurare la regolare circolazione dei 593 bus attualmente in servizio tra Napoli, Vesuviano, Area Flegrea, Penisola sorrentina e Isole. A marzo sono stati occupati i depositi dell’ANM in segno di protesta contro la condizione di disagio con la quale sono obbligati a convivere i lavoratori del Consorzio Nazionale Servizi, società che gestisce la manutenzione delle vetture dell’Azienda Napoletana Trasporti. Il Comune di Napoli non ha i fondi per pagare il consorzio che si occupa della manutenzione degli autobus e delle rimesse. Nel corso dello sciopero nazionale dell’Usb di lunedi scorso, a Napoli, decine di lavoratori dei trasporti aderenti all’ USB, studenti e precari e comitati cittadini hanno occupato la sede del Consorzio UNICO Campania, nella centrale Piazza Matteotti, che gestisce la tariffazione dell’intero sistema del trasporto pubblico locale nella regione per protestare contro il continuo aumento delle tariffe a fronte di un continuo taglio del servizio pubblico di mobilità.
Perfino in Umbria, di fronte ai tagli ai trasporti avviato dall’azienda regionaleUmbria Mobilità si sono attivati lavoratori e utenti. E’ stato recentemente costituito il Comitato Lavoratori e Utenti contro la privatizzazione che ha avviato petizione, ha svolto un paio di assemblee e sta lavorando ad una mobilitazione regionale.

La posta in gioco sul diritto alla mobilità e contro la privatizzazione dei trasporti sta diventando altissima. I trasporti sono un servizio strategico e nevralgico sia negli assetti metropolitani che nel territorio più diffuso. Come per la sanità, la questione della mobilità appare paradigmatica dello scontro sociale contro le misure di austerità che a cascata piovono da Bruxelles e Francoforte per arrivare in ogni singolo territorio con lo stesso segno antipopolare.

 

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