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Lavoratori pubblici in piazza. Assedio al ministero

Migliaia di lavoratori pubblici arrivati da diverse città hanno dato vita questa mattina a Roma alla manifestazione nazionale organizzata dall’USB Pubblico Impiego. Piazza di Monte Citorio si è rivelata insufficiente a contenere le tante lavoratrici ed i tanti lavoratori. Fortissima la rabbia accumulata in quattro anni ed ora anche contro il nuovo esecutivo, il quale si appresta ad imporre ulteriori sacrifici ai dipendenti pubblici prorogando il blocco dei contratti. Il neo ministro per la Pubblica Amministrazione D’Alia ancora prima di presentarsi ai sindacati di categoria, ha già detto che non ci sono soldi per il rinnovo dei contratti dei lavoratori pubblici, annunciando così che il nuovo governo confermerà la procedura di blocco dei contratti a tutto il 2014 avviata dal governo Monti, senza fare neanche qualche apertura sugli anni a venire, per i quali, dal 2015 al 2017, è già prevista la sola vacanza contrattuale.

Davanti a Montecitorio, dopo numerosi interventi  e testimonianze di lotta dai territori, la piazza ha deciso di trasformarsi in un corteo, che ha paralizzato le vie nel cuore della capitale per raggiungere e circondare Palazzo Vidoni, sede del ministero della Funzione Pubblica.

“Siamo qui per riconquistare servizi per i cittadini e diritti per i lavoratori pubblici”, ha dichiarato in piazza Daniela Mencarelli, dell’Esecutivo nazionale USB Pubblico Impiego. “Al ministro della Funzione Pubblica D’Alia diciamo che non siamo disposti a farci rubare salario e diritti e che vogliamo lo sblocco del contratto collettivo nazionale, l’assunzione di tutti i precari, la reinternalizzare dei servizi e di chi lavora nelle società appaltatrici; la cancellazione della riforma Brunetta. In occasione del primo incontro col ministro, previsto per il prossimo 28 maggio, porteremo le ragioni e la forza espresse dalla piazza di oggi”.

Ce n’è anche per il governo in carica, per Daniela  Mencarelli: “Se il governo Letta, in perfetta continuità con quello Monti, intende proseguire sulla strada dei tagli e se, come testimonia l’esclusione dell’USB dal tavolo odierno al ministero del Lavoro, non intende confrontarsi con chi non è disposto a svendere diritti e salario accettando la distruzione dello Stato Sociale, dovrà vedersela con l’opposizione dei lavoratori e dell’USB”.

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